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Una lettera inviata da padre a padre, ma anche e soprattutto da politico a politico, per ricordare che la paternità non è un ostacolo alla carriera, anzi può essere uno stimolo arricchendolo la passione politica di nuovi temi. La scrive Antonio Ciontoli, consigliere comunale a Caserta, da anni impegnato in politica, e neo-papà di Luca, ad Alessandro Di Battista, l’esponente di punta del Movimento Cinque Stelle che ha deciso di non candidarsi alle prossime Politiche proprio dopo la nascita, nel giugno scorso, del figlio Andrea.  Ciontoli spiega che il “mio è un appello a non strumentalizzare un lieto evento e, perché no, affinché tu riveda la posizione dichiarata. Se hai altre esigenze coltivale, ma se pensi di tirarti fuori dalla realtà, chiamando in causa tuo figlio, per dedicarti a libri e viaggi, fermati per tempo, ad un politico-genitore non è data la possibilità di sfuggire alle proprie responsabilità”. “Caro Alessandro Di Battista – scrive il consigliere comunale casertano – un figlio è l’essenza della vita, ti riempie e stravolge la quotidianità. Chi ti scrive è, altrettanto, un neo papà, adulto, che nel pieno coinvolgimento di un processo d’amore per un piccolissimo bimbo, pur dopo tanti anni di impegno attivo in politica, non demorde ma insiste e resiste. Provo dunque a comprenderti e solidarizzare, fino al punto in cui, consentimi, non ti capisco. Non credo che il tuo sia un colpo di teatro, né una azione di servizio al movimento, ma, piuttosto, un sincero stato di bisogno che, ti invito a valutare, nella sua portata transitoria. D’altronde, se la tua decisione suscita tanto scalpore e se te la puoi permettere, è proprio perché ti sei trovato in uno status che ti ha concesso visibilità, attenzioni ed agiatezze. Il tuo bimbo, non ha bisogno di rivoluzioni intorno a se ma di stabili approcci, di un papà sereno e motivato e di una famiglia calda ed accogliente. Alla tua età, devi spingere, investire, insistere per modificare i destini della nostra difficile quotidianità. I viaggi, i libri, rinviamoli e dedichiamoli ai momenti di spensieratezza e riposo o ad altre fasi della vita. Facciamo prima le cose, dalle politiche per la famiglia, ai servizi per l’infanzia, agli asili nido, alle politiche giovanili, a quelle per il lavoro dei più o meno giovani papà che hanno perso la dignità del lavoro, ai papà separati, che non hanno più casa, affetti e stabilità di vita, alle politiche integrate per la sicurezza e la tutela di quella infinita fascia di bimbi a rischio oggi e cervelli in fuga domani; ecco Alessandro, ti espongo una serie di temi su cui concentrare la tua nuova sensibilità. A 39 anni puoi fuggire quanto vuoi ma il mondo ti è dinanzi e ti pone interrogativi e non puoi, proprio per le ragioni che affermi, distrarti con nobili e distaccate forme di circumnavigazione. Un figlio è una risorsa vitale, una ricchezza di ineguagliabile valore, un punto di partenza verso mete inesplorate e prossime alle sue esigenze. Un dato è certo, come per te Andrea, anche il mio Luca ha cambiato l’organizzazione tradizionale della mia giornata, trasferendomi però nuova forza ed energia e, soprattutto, nuovo entusiasmo e tanta voglia di trasmetterlo. Personalmente, ho dovuto rivedere i miei tempi e spazi vita, non partecipo, infatti, alle liturgie politiche. Potrai essere più essenziale ma non leggero nelle decisioni. Sarai più rapido nelle analisi ma non assente. Potrai avere sempre con te il tuo piccolo ma non fargli sentire il vuoto di un genitore che si ritrae dalla realtà che lo ha caratterizzato e reso riconoscibile”.