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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma di Pasquale Iorio, esponente de ‘Le Piazze del Sapere’.

Tra Caserta e Maddaloni continua la maledizione e lo scempio delle cave. Ogni volta che lo sguardo va in quella direzione, ci appare uno spettacolo sempre più spettrale: intere colline sono state divorate e sfregiate dai cosiddetti “cavaioli”, che nonostante i divieti di legge continuano imperterriti la loro opera predatoria. Nuovi scempi si stanno compiendo in questo periodo sulla cima delle colline, scavando dalla sommità, nei pressi del santuario di S. Michele e della Cava Franca di Luserto. Un altro cantiere di escavazione enorme è stato riaperto alle spalle dei Ponti della Valle, patrimonio Unesco dell’umanità. A questo si aggiunge la distruzione del verde ad opera degli incendi estivi.

Ormai lo sfregio delle cave è diventato enorme. E’ sotto gli occhi di tutti. Ora quelle colline non ci proteggono più come una volta. E purtroppo la situazione oggi viene aggravata dai mutamenti climatici.  Infatti alcune di quelle cave sono state scavate all’interno delle colline creando dei grandi invasi artificiali, che potrebbero riempirsi di acque piovane, con il rischio di frane.

La corta visione politica e la scarsa sensibilità ambientale degli amministratori (in particolare dei comuni di Caserta e di Maddaloni) continua a produrre danni incalcolabili: un dissesto idrogeologico senza pari. Non basta la chiusura delle attività dei due cementifici (Cementir e Moccia dei veri “mostri industriali” nel pieno della conurbazione casertana), bisogna impedire che in vari punti si continui a scavare ed estrarre calcare (come si può vedere a occhio nudo). Bisogna fermare del tutto queste attività, che da decenni ci divorano la vita e la salute. Per queste ragioni dobbiamo chiedere con forza alle più alte autorità dello Stato e della Regione – anche al Governo – di bloccare questa folle corsa verso la distruzione dell‘eco-sistema in una delle aree a più alta densità urbana e produttiva.

Oltre alla salute, occorre mettere in campo azioni per la tutela e valorizzazione del paesaggio, un bene comune primario, come ci ricorda Tomaso Montanari nel suo ultimo saggio sull’Art. 9 della nostra Costituzione. Da parte delle associazioni ambientali e comitati dei cittadini più volte è stato riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica lo scempio in atto con la devastazione delle cave, con una opera di distruzione ecologica, che ha già prodotto una situazione di dissesto ambientale per molti versi irreversibile.

Purtroppo negli ultimi tempi un incredibile silenzio, accompagnato da disattenzione (spesso connivenza a volte anche di natura camorristica), caratterizza le istituzioni locali e le forze politiche, che rimangono inerti e “distratte” di fronte a questo immane disastro. Ora è arrivato il momento di ribellarsi e di indignarsi: come rete di associazioni  abbiamo ripreso l’iniziativa con un appello, rivolto in primo luogo alle massime autorità istituzionali (dalla Regione Campania alla Provincia fino ai Sindaci di Caserta, Capua, Casagiove, Castel Morrone, Casapulla e San Prisco, che hanno già aderito al parco in modo formale). Bisogna fare in modo che il Parco dei Colli Tifatini diventi una realtà, una vera priorità per tutti. Al riguardo, come è avvenuto in tante altre realtà, si possono progettare interventi per riutilizzare le cave destinandole ad altre attività di tipo sociale e produttivo, in primo luogo per ripristinare i siti naturali, con opere di “ripascimento” (come sta avvenendo in qualche caso). In merito l’università (a partire dal Polo Scientifico della Luigi Vanvitelli) può dare un contributo decisivo per rilanciare un dibattito ed un confronto su nuove idee di crescita sostenibile per il nostro territorio. Tra l’altro le attività estrattive incidono negativamente anche sui lavori del nuovo Policlinico, da anni bloccato.

A Caserta, come sta avvenendo per alcuni beni comuni, è necessario riprendere un movimento di lotta, non tanto di denuncia, quanto di proposte e progetti con la mobilitazione delle principali associazioni giovanili ed ambientaliste. A tal fine abbiamo deciso di costituire una rete di associazioni con l’intento di continuare a denunciare e informare i cittadini su cosa sta avvenendo, costituita da:   Le Piazze del Sapere – FTS Casertano – Legambiente – WWF- LIPU – Cai Caserta – Arci – Acli – Auser Caserta, Capua  e Casagiove –  Italia Nostra –  CSA Ex Canapificio – Caserta Città Viva-  Cittadinanza Attiva –  Partecipazione Attiva – Agenda 21 per CarditelloMedici per l’Ambiente A Casa di Lucia, Combo. Ci muoveremo in collaborazione con le scuole e l’università, ma anche con le forze sociali e del mondo del lavoro (a partire dai sindacati).