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Caserta – Con la realizzazione di una palestra in quello che è stato uno dei cinema storici di Caserta, il San Marco di Corso Trieste, frequentato da molte generazioni di cittadini ma da anni ormai chiuso, si completa probabilmente in modo definitivo la trasformazione del “salotto” del capoluogo in strada del “commercio di massa“, caratterizzata soprattutto da tanti piccoli negozietti, bar e altri luoghi di bivacco, e da un solo spazio culturale, la libreria Feltrinelli. Ultimo avamposto dopo la chiusura di alcune storiche edicole e del negozio di dischi che dopo 40 anni – nel gennaio dello scorso anno – ha abbassato la saracinesca. A Caserta resta quindi solo un multisala, che versa peraltro in difficoltà.

L’assessore alla Cultura del Comune di Caserta, Enzo Battarra, parla di “cuore ferito di Caserta“, e di “grande rammarico per questa trasformazione del cinema San Marco in una nuova attività commerciale, che non ha nulla a che fare con la missione che questa sala ha avuto per tanti anni per noi casertani“.

Del San Marco – spiega – ognuno di noi ha ricordi indelebili, non solo cinematografici, ma anche teatrali e politici, visto i leader che in passato hanno tenuto lì i loro comizi. Per anni il San Marco è stato un centro di aggregazione culturale, un punto di riferimento per la città, e la sua trasformazione è la conferma del depauperamento culturale del Corso, in cui tante attività, dalle edicole allo storico negozio di dischi, sono state dismesse e sostituite da altre aventi una vocazione tipicamente commerciale. In ogni caso ben vengano gli investimenti, perché comunque sono la spia di una ripresa rispetto agli ultimi anni in cui tanti locali sul Corso erano chiusi e abbandonati“.

Anche gli stessi rappresentanti dei commercianti non sono così contenti della “direzione” che la strada più importante della città ha imboccato da tempo. Lucio Sindaco, presidente di Confcommercio Caserta, parla di “processo di massificazione in atto a Corso Trieste, con la proliferazione di pubblici esercizi molto piccoli che fanno spesso parte di catene che trovi ovunque, e che apportano uno scarso valore aggiunto al territorio; se gli stessi negozi sono anche nei centri commerciali, andrò lì perché lì ho servizi gratuiti come il parcheggio che non trovo al centro di Caserta. Sarebbe necessario – aggiunge Sindacopuntare su negozi di qualità o che non trovi altrove, diversificare per attrarre nuovi investimenti. Prima sul Corso c’erano quegli spazi culturali assicurati da librerie, edicole, dal cinema, oggi non c’è più nulla se si eccettua la Feltrinelli; molto poco per una città capoluogo. Bisogna affiancare agli esercizi commerciali anche spazi culturali, e il Comune in questo senso dovrebbe muoversi, magari prendendo qualche locale sul Corso al momento non ancora utilizzato per farvi un centro congressi, uno spazio per il dibattito cittadino. Ovviamente servirebbero anche più servizi per i cittadini, come un piano parcheggio efficiente per il Corso Trieste e il potenziamento del trasporto pubblico; e poi bisogna stimolare gli investimenti anche tramite interventi come la riduzione delle tassa per l’occupazione di suolo pubblico“.

Per ora però il Comune non sembra aver intenzione di puntare sul Corso Trieste, ma più sul teatro comunale Parravano che sorge nella vicina via Mazzini. “E’ necessario far vivere di più il Teatro – dice l’assessore Battarrae trasformarlo in una sala che non sia per una stagione, ma che rappresenti un centro polifunzionale per convegni, letture, mostre d’arte, spettacoli musicali; facendo ciò potremmo avere un risveglio sia culturale che economico“.