Carlo Marino, fino a pochi giorni fa sindaco di Caserta, ha scritto al Commissario regionale del Pd, Antonio Misiani e al commissario provinciale, Susanna Camusso, per comunicare la decisione di sospendersi dal Partito. Nei giorni scorsi è giunta la decisione del Governo di sciogliere il Comune per infiltrazioni camorristiche. Marino definisce “un atto dolorosissimo'” la decisione di sospendersi dal Pd che però “nasce dall’urgenza inderogabile di difendere la dignità della mia città, Caserta, vilipesa da un provvedimento di scioglimento amministrativo che giudico ingiusto e pretestuoso, svincolato da reali criticità nella vita istituzionale locale”.
“Come cittadino e come amministratore, cresciuto nel rispetto dei valori costituzionali e del primato delle istituzioni, mi sento colpito due volte: nella mia vocazione politica e nel mio orgoglio di casertano”, scrive nella lettera inviata a Misiani e a Camusso.
“Non ho commesso – e sono certo ne siate consapevoli anche voi – alcun atto improprio o contrario all’etica pubblica, come testimoniano le migliaia di espressioni di solidarietà ricevute in queste ore. Tuttavia, il mio senso del dovere, nutrito dal patto di fiducia tra cittadini e istituzioni sancito dalla nostra democrazia, mi impone di intraprendere una battaglia senza riserve per riaffermare la verità e restituire a Caserta, alla mia famiglia e a me stesso quel rispetto che un atto amministrativo opaco e giustificato da ragioni partitiche ha ingiustamente negato.
Scelgo di compiere questo passo non per viltà né per abbandonare gli ideali che ci uniscono, ma per poterli servire con maggiore libertà, in tutte le sedi necessarie , affinché la fascia tricolore – simbolo di servizio e onore, emblema di quella etica del bene comune che dovrebbe guidare ogni amministratore – sia restituita al suo splendore, liberandola dal fango di una decisione ministeriale che l’ha sporcata”, aggiunge ancora Marino.