In riferimento all’ordinanza del responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune, che vieta l’utilizzo di lampade votive alimentate da batterie o pannelli fotovoltaici, e a seguito delle numerose rimostranze dei cittadini a noi pervenute in questi giorni, abbiamo presentato un’interrogazione per meglio comprendere le reali motivazioni che sono alla base del provvedimento e non quelle indicate nell’ordinanza, che parlano di impatto ambientale dovuto all’utilizzo dei dispositivi e delle tempistiche per la sua esecuzione.
Siamo rimasti alquanto sorpresi quando abbiamo letto le affermazioni del sindaco Bosco che, per giustificare un provvedimento della sua amministrazione che tanto clamore ha generato tra i cittadini di Casapulla, ha tirato in ballo un regolamento di 10 anni fa che, come sempre accade, recepisce anche norme e leggi superiori ai Comuni e che è stato approvato e ratificato in consiglio comunale da tutti i consiglieri dell’epoca, tra cui spiccano anche i nomi di tanti attuali esponenti di maggioranza.
Dopo cinque anni di totale inerzia, perché solo adesso si è pensato ad un’ordinanza come quella emessa lo scorso 8 ottobre? Quello che contestiamo è la tempistica.
Perché adottare questo tipo di provvedimento in prossimità della festa di Ognissanti e della Commemorazione dei defunti? Perché farlo pochi giorni dopo aver affidato il servizio di gestione delle lampade votive ad una ditta esterna?
I nostri dubbi sorgono da questi interrogativi e proprio su queste domande si base la nostra interrogazione. Del resto, la decisione della maggioranza di prolungare i termini della rimozione delle lampade definite ‘irregolari’ nell’ordinanza, da sette a trenta giorni, rappresenta un mezzo passo indietro da parte dell’amministrazione e rafforza la nostra tesi su un provvedimento ‘anomalo’ e antipopolare».
Queste le parole dei consiglieri comunali del gruppo ‘Per Casapulla’ Anna Di Nardo, Mariacristina di Gennaro, Michele Sarogni e Francesco Trepiccione.