l presidio degli allevatori in sciopero della fame ha lasciato Roma per spostarsi a Casal di Principe, non prima che Adriano Noviello, Sebastiano Lombardo e Gianni Fabbris compissero un atto simbolico. Davanti al camper parcheggiato di fronte all’ingresso principale del Ministero della Salute a Roma hanno esposto due striscioni, nel primo si legge “Buon Primo Maggio. Il Governo non risponde. Allevatori al loro 15° giorno di sciopero della fame“. Se con questo striscione gli esponenti del movimento degli allevatori si rivolgono direttamente al Governo ed alla politica, con il secondo parlano a tutti i cittadini.
Vi si legge: “E’ festa ma anche oggi noi siamo in stalla. Buon primo Maggio, gli allevatori al 15° giorno di sciopero della fame“, un modo per ricordare il duro lavoro quotidiano di chi (per 365 giorni all’anno) deve accudire gli animali che alleva e per sottolineare l’impegno di un movimento che sta riuscendo a trovare nel tempo a saputo tenere insieme il duro lavoro nelle stalle e nei campi con l’iniziativa sociale e sindacale in una lunga e incessante azione.
Due messaggi chiari, uno al Governo e uno alla società: noi non ci fermiamo, siamo impegnati a diventare protagonisti e responsabili di un futuro di cambiamento che le azioni di lobbies e centri di potere più o meno occulti stanno tentando di negare preferendoci divisi e rinchiusi nelle stalle a subire supinamente. E, infatti, lo sciopero della fame va avanti sviluppandosi nelle forme e nella dinamica. Dopo Sebastiano Lombardo (che aveva dovuto interromperlo per soccorrere i suoi animali a rischio in Sicilia per la siccità e la mancanza di acqua), anche Adriano Noviello, nel suo quindicesimo giorno di sciopero della fame, interrompe oggi per poter tornare al lavoro in azienda dovendo accudire la stalla e alle incombenze del lavoro. Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino invece va avanti a nome di tutti gli allevatori organizzati nella Rete e delle tante Associazioni e realtà sociali e sindacali che sono impegnate da anni a sostenerne la vertenza.
Il portavoce, che nei giorni scorsi ha avuto un malore e che continua ad accusare forti segnali di debilitazione, inizia, cosi, la sua terza settimana di sciopero della fame, nutrendosi solo di un cappuccino la mattina da quindici giorni. Sostiene il Coordinamento: “Con i primi quindici giorni di sciopero della fame a Roma abbiamo lanciato un messaggio chiaro al Governo, alla politica ed all’opinione pubblica: quello che andava detto per chiarire la situazione è stato detto e non occorro altre parole per spiegare sia il fallimento nelle Regioni meridionali dei Piani regionali di eradicazione di BRC e TBC, sia di quanto sia urgente e strategico che il Governo, come chiede la sua maggioranza e tanta parte del parlamento, metta in campo con la nomina del Commissario Nazionale un’azione risolutiva del problema sanitario e di rilancio dei sistemi di allevamento territoriali colpiti”
Fabbris, a nome del Coordinamento, sottolinea: “Un grazie a nome di tutti va agli allevatori che mi hanno affiancato nei primi quindici giorni di sciopero della fame; Adriano Noviello e Sebastiano Lombardo sono stati e rimangono due risorse straordinarie e perni fondamentali per il processo di formazione di una nuova leva di allevatori che, avendo deciso di non abbassare la testa scappellandosi di fronte all’arroganza di lobbies potenti e devastanti, sono per tutti i cittadini e per la politica, la garanzia di certezze su cui fondare le riforme e le soluzioni necessarie. Ora, però, se per gli allevatori è il tempo del lavoro nei campi è il momento che tutta la società civile e i cittadini facciamo un passo avanti per sostenere una battaglia che parla dei diritti di tutti e delle comunità di interi territori. Per questo io continuo lo sciopero della fame e, con oggi inizio la terza settimana di astensione dal cibo fino a quando non avremo le risposte che meritiamo”. Cosi, nella mattinata di oggi il presidio dentro cui Gianni Fabbris prosegue lo sciopero della fame è stato trasferito presso la sede della NCO a Casal di Principe, luogo storico per le iniziative del movimento.