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Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Carenze di organico e criticità organizzative e gestionali: sono alcuni dei punti problematici emersi durante la visita effettuata al carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano, da una delegazione sindacale della Fp-Cgil; è stata inoltre sollevata anche la questione della sospensione amministrativa dal lavoro, ritenuta ingiusta, degli agenti coinvolti nei pestaggi dei detenuti dell’aprile 2020 In una nota, i sindacalisti Carmela Ciamillo (Responsabile Fp-Cgil Funzioni Centrali Caserta), Orlando Scocca (Fp-Cgil Campania Polizia Penitenziaria), Sergio Zacchia e Aniello de Luca (Fp-Cgil Polizia Penitenziaria), sottolineano che “la struttura carceraria da tempo vive una condizione di disagio, dettata da molteplici situazioni di precarietà che si riverberano nella quotidianità del personale di Polizia Penitenziaria. Chiediamo l’assegnazione definitiva del Direttore, perché al momento Donatella Rotundo non è il dirigente assegnato definitivamente. Inoltre è necessario colmare le lacune agli organici della Polizia Penitenziaria senza procedere ad assegnazioni provvisorie che, sicuramente, non giovano all’assetto organizzativo dell’Istituto”. Mirko Manna, della Fp Cgil nazionale, afferma che interesserà nuovamente della situazione di Santa Maria Capua Vetere “l’Amministrazione Penitenziaria e le Istituzioni affinché intervengano con provvedimenti definitivi e non ad personam, che minano il principio di trasparenza della pubblica amministrazione. Inoltre – aggiunge Manna – come organizzazione sindacale lamentiamo la sospensione di 102 poliziotti imputati per le presunte violenze avvenute ai danni dei detenuti nell’aprile 2020; al Capo del Dap chiediamo di essere garante per questi lavoratori e per le loro famiglie. In Italia vige la presunzione di innocenza, come garanzia costituzionale, fino al terzo grado, e se per vale per i cittadini deve valere anche per i poliziotti penitenziari”.