“Non permetteremo alla camorra di rialzare la testa“. Così il comandante provinciale dei carabinieri di Caserta, Manuel Scarso, nella conferenza stampa di fine anno, in cui ha fornito alla stampa i dati sui reati di cui si è occupata l’Arma nel 2024 nel Casertano, e ricordato le operazioni di servizio realizzate contro “quegli esponenti del clan che hanno tentato di riorganizzarne le fila dopo essere usciti di carcere in seguito a lunghi periodi di detenzione ricevuti all’inizio degli anni duemila soprattutto per il maxi-processo ai Casalesi ‘Spartacus'”.
“Questi soggetti pericolosi li abbiamo tenuti sotto controllo e riarrestati” ha aggiunto Scarso, facendo riferimento all’indagine coordinata dalla Dda di Napoli che a settembre smantellò il “riorganizzato” clan Picca, costola dei Casalesi operante tra Teverola e Carinaro e facente capo proprio al vecchio camorrista Aldo Picca, uscito di carcere qualche anno fa. C’è poi l’arresto a giugno di Emanuele Libero Schiavone, figlio del padrino dei Casalesi Francesco Sandokan Schiavone; il 34enne figlio del capoclan è uscito ad aprile di cella, ha subito cercato di riprendere in mano le redini della cosca per vendere la droga, coinvolgendo un altro “rampollo del clan”, Francesco Reccia, anch’egli arrestato, figlio di Oreste, storico esponente della camorra casalese tuttora in carcere.
Arresti da cui emerge che non esiste più un’emergenza camorra nel Casertano come fino a qualche anno fa; ma nei prossimi mesi altri vecchi camorristi potrebbero uscire di cella per cui, dice Scarso, “continueremo a non dar tregua a queste persone”.
“Devono sapere – sottolinea – che non possono più tornare a fare quello che facevano. C’è bisogno però anche di uno scatto culturale perché questo territorio si affranchi definitivamente dalla camorra, e da quella mentalità che per anni ha diffuso sul territorio; e lo dico rivolgendomi agli imprenditori, affinché non cerchino scorciatoie, e ai cittadini, che devono avere più fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine denunciando episodi di infiltrazione e illegalità”.
“E alle pubbliche amministrazioni – prosegue – chiedo il massimo supporto” aggiunge il comandante dell’Arma a Caserta, reduce da un 2024 in cui i suoi reparti investigativi hanno realizzato importanti indagini su episodi di corruzione e appalti pubblici turbati commessi da politici e amministratori locali, nessuno dei quali, è emerso durante la conferenza stampa, ha però collaborato con le indagini, né durante né dopo l’esecuzione di arresti o altri provvedimenti giudiziari.
Da segnalare che le due indagini hanno colpito il Comune di Caserta, in cui è al lavoro dal mese di agosto una commissione d’accesso per verificare condizionamenti della camorra, e la Provincia, che ha portato alle dimissioni del presidente Giorgio Magliocca. Un’ultima ha coinvolto il consigliere regionale Giovanni Zannini.
“Questi soggetti pericolosi li abbiamo tenuti sotto controllo e riarrestati” ha aggiunto Scarso, facendo riferimento all’indagine coordinata dalla Dda di Napoli che a settembre smantellò il “riorganizzato” clan Picca, costola dei Casalesi operante tra Teverola e Carinaro e facente capo proprio al vecchio camorrista Aldo Picca, uscito di carcere qualche anno fa. C’è poi l’arresto a giugno di Emanuele Libero Schiavone, figlio del padrino dei Casalesi Francesco Sandokan Schiavone; il 34enne figlio del capoclan è uscito ad aprile di cella, ha subito cercato di riprendere in mano le redini della cosca per vendere la droga, coinvolgendo un altro “rampollo del clan”, Francesco Reccia, anch’egli arrestato, figlio di Oreste, storico esponente della camorra casalese tuttora in carcere.
Arresti da cui emerge che non esiste più un’emergenza camorra nel Casertano come fino a qualche anno fa; ma nei prossimi mesi altri vecchi camorristi potrebbero uscire di cella per cui, dice Scarso, “continueremo a non dar tregua a queste persone”.
“Devono sapere – sottolinea – che non possono più tornare a fare quello che facevano. C’è bisogno però anche di uno scatto culturale perché questo territorio si affranchi definitivamente dalla camorra, e da quella mentalità che per anni ha diffuso sul territorio; e lo dico rivolgendomi agli imprenditori, affinché non cerchino scorciatoie, e ai cittadini, che devono avere più fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine denunciando episodi di infiltrazione e illegalità”.
“E alle pubbliche amministrazioni – prosegue – chiedo il massimo supporto” aggiunge il comandante dell’Arma a Caserta, reduce da un 2024 in cui i suoi reparti investigativi hanno realizzato importanti indagini su episodi di corruzione e appalti pubblici turbati commessi da politici e amministratori locali, nessuno dei quali, è emerso durante la conferenza stampa, ha però collaborato con le indagini, né durante né dopo l’esecuzione di arresti o altri provvedimenti giudiziari.
Da segnalare che le due indagini hanno colpito il Comune di Caserta, in cui è al lavoro dal mese di agosto una commissione d’accesso per verificare condizionamenti della camorra, e la Provincia, che ha portato alle dimissioni del presidente Giorgio Magliocca. Un’ultima ha coinvolto il consigliere regionale Giovanni Zannini.
Oltre 215.000 chiamate in dodici mesi al 112 con una media giornaliera di 589 telefonate, dalle quali sono scaturiti oltre 22.500 interventi operativi. E’ il dato fornito dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta nella conferenza stampa di fine anno tenuta alla sede di via Laviano; una cifra enorme quelli dei contatti avuti dalle centrali operative delle dieci compagnie dislocate sul territorio casertano, veri front office dell’Arma.
“I carabinieri, ha affermato il comandante provinciale Manuel Scarso – al suo fianco il comandante del Nucleo Investigativo Gianluca Galiotta, quello della compagnia di Caserta Giovanni Riacà e il comandante della stazione del capoluogo Antonio Coppola – nel 2024 hanno operato in totale per 27mila delitti, quasi il 90% di quelli accertati nel Casertano”; 1200 sono stati gli arresti eseguiti, di questi 432 solo per furti, reato molto sentito dalla popolazione”.
“Le amministrazioni pubbliche lavorino di più sul fronte della videosorveglianza, implementandola, perché si tratta di uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini” ha sottolineato Scarso. Nel 2024 sono state inoltre denunciate 5000 persone. “I dati alti di arresti e denunce sono un po’ un fallimento, nel senso che si tratta di interventi fatti quando il reato è già stato commesso, per cui dobbiamo agire di più sul fronte della prevenzione”. E per farlo bisogna “essere sempre più presenti sul territorio”; “un obiettivo – spiega Scarso – che mi sono posto quando mi insediato nel settembre di due anni fa, e che abbiamo raggiunto tenendo meno uomini in caserma e più pattuglie in strada, e aprendo nel febbraio scorso un nuovo presidio a Castel Volturno, ovvero una Tenenza che ha già permesso di far aumentare del 200% i servizi di controllo sul territorio”.
L’attività di prevenzione sta riuscendo laddove i carabinieri possono farsi ascoltare, come con i minori. “Nelle scuole parliamo di legalità, e loro sono molto più consapevoli di come lo eravamo noi ai nostri tempi” fa notare Scarso, che spiega come “nel Casertano non vi sia un allarme baby-gang, ma solo episodi che avvengono nel weekend collegati alla movida”. Prevenzione anche con gli anziani in relazione alle tantissime truffe perpetrate ai loro danni, che vedono come autori, tanto nel Casertano che nel resto d’Italia, soggetti organizzati che hanno le loro basi operative proprio tra le province di Caserta e Napoli.
“Si tratta di reati ‘infami’ – dice Scarso – ma oggi sempre più anziani ci chiamano anche mentre sono in corso le truffe”. Sul fronte del codice rosso, ovvero di reati contro le donne e in famiglia, dal primo gennaio i carabinieri hanno acquisito 588 denunce, arrestando 123 persone e denunciandone 395.
“Si denuncia di più, e ciò è sempre frutto di un’attività di prevenzione e sinergica con altre istituzioni e associazioni”. Sono dieci gli omicidi, tra cui un femminicidio, di cui nel 2024 si è occupata l’Arma, tutti delitti risolti; 14 gli interventi per tentati suicidi, “ciò vuol dire che abbiamo salvato 14 persone”. Ed infine, sul fronte caldo dei botti, anche qui fondamentale è stata la prevenzione, visto che a luglio a Francolise furono arrestate quattro persone mentre producevano e confezionavano fuochi illegali anche del tipo I.E.D., acronimo di (Improvised Explosive Device), e furono sequestrati oltre 135.000 ordigni esplosivi e polveri da sparo per un peso di oltre otto tonnellate e un valore commerciale al dettaglio di oltre due milioni di euro.
“I carabinieri, ha affermato il comandante provinciale Manuel Scarso – al suo fianco il comandante del Nucleo Investigativo Gianluca Galiotta, quello della compagnia di Caserta Giovanni Riacà e il comandante della stazione del capoluogo Antonio Coppola – nel 2024 hanno operato in totale per 27mila delitti, quasi il 90% di quelli accertati nel Casertano”; 1200 sono stati gli arresti eseguiti, di questi 432 solo per furti, reato molto sentito dalla popolazione”.
“Le amministrazioni pubbliche lavorino di più sul fronte della videosorveglianza, implementandola, perché si tratta di uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini” ha sottolineato Scarso. Nel 2024 sono state inoltre denunciate 5000 persone. “I dati alti di arresti e denunce sono un po’ un fallimento, nel senso che si tratta di interventi fatti quando il reato è già stato commesso, per cui dobbiamo agire di più sul fronte della prevenzione”. E per farlo bisogna “essere sempre più presenti sul territorio”; “un obiettivo – spiega Scarso – che mi sono posto quando mi insediato nel settembre di due anni fa, e che abbiamo raggiunto tenendo meno uomini in caserma e più pattuglie in strada, e aprendo nel febbraio scorso un nuovo presidio a Castel Volturno, ovvero una Tenenza che ha già permesso di far aumentare del 200% i servizi di controllo sul territorio”.
L’attività di prevenzione sta riuscendo laddove i carabinieri possono farsi ascoltare, come con i minori. “Nelle scuole parliamo di legalità, e loro sono molto più consapevoli di come lo eravamo noi ai nostri tempi” fa notare Scarso, che spiega come “nel Casertano non vi sia un allarme baby-gang, ma solo episodi che avvengono nel weekend collegati alla movida”. Prevenzione anche con gli anziani in relazione alle tantissime truffe perpetrate ai loro danni, che vedono come autori, tanto nel Casertano che nel resto d’Italia, soggetti organizzati che hanno le loro basi operative proprio tra le province di Caserta e Napoli.
“Si tratta di reati ‘infami’ – dice Scarso – ma oggi sempre più anziani ci chiamano anche mentre sono in corso le truffe”. Sul fronte del codice rosso, ovvero di reati contro le donne e in famiglia, dal primo gennaio i carabinieri hanno acquisito 588 denunce, arrestando 123 persone e denunciandone 395.
“Si denuncia di più, e ciò è sempre frutto di un’attività di prevenzione e sinergica con altre istituzioni e associazioni”. Sono dieci gli omicidi, tra cui un femminicidio, di cui nel 2024 si è occupata l’Arma, tutti delitti risolti; 14 gli interventi per tentati suicidi, “ciò vuol dire che abbiamo salvato 14 persone”. Ed infine, sul fronte caldo dei botti, anche qui fondamentale è stata la prevenzione, visto che a luglio a Francolise furono arrestate quattro persone mentre producevano e confezionavano fuochi illegali anche del tipo I.E.D., acronimo di (Improvised Explosive Device), e furono sequestrati oltre 135.000 ordigni esplosivi e polveri da sparo per un peso di oltre otto tonnellate e un valore commerciale al dettaglio di oltre due milioni di euro.