Dalle indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Bologna, risulta come i tre indagati abbiano costituito un’associazione consolidata da anni, almeno dal 2021-2022, per lo sfruttamento dei lavoratori, reclutati via internet o via passaparola e poi inseriti senza alcuna tutela nel circuito delle attività di cura per anziani e malati. Lo sottolinea il Gip di Bologna Maria Cristina Sarli, disponendo la custodia cautelare in carcere per Giuseppa De Falco, 57 anni, per il fratello Fabio De Falco, 49 anni, originari di Caserta e residenti a Ferrara e per la marocchina Hakima El Abbi, 45enne residente nel Reggiano, accusati di associazione a delinquere finalizzata al caporalato e alle truffe.
Sempre gli accertamenti dei militari hanno documentato un ‘modus operandi’ dei tre, con la scelta privilegiata di lavoratori stranieri con difficoltà linguistiche nell’interfacciarsi con i clienti. Inoltre alcuni di questi hanno riferito di non aver mai ricevuto buste paga, né di essere stati mai pagati regolarmente. I tre avevano una suddivisione di ruoli nell’associazione, con Giuseppa De Falco che redigeva i contratti, il fratello che presumibilmente si occupava della parte amministrativa, mentre El Habbi del reclutamento e di accompagnare le lavoratrici dai clienti.
Per la giudice inoltre non ci sono dubbi sullo sfruttamento dell’attività dei lavoratori: sono emerse retribuzioni fatte in modo difforme dai contratti nazionali, violazione reiterata delle norme sugli orari di lavoro, riposo e ferie. Secondo il giudice i tre sarebbero dotati dunque di concreta capacità di delinquere e concreto è il rischio di reiterazione del reato.