Tempo di lettura: 2 minuti

Un centro di gestione e coordinamento operativo che assomiglia ad un vero e proprio quartier generale dell’emergenza, posto a non troppa distanza dalla zona rossa, ma neanche così vicino, e dove verranno prese le decisioni più immediate e di impatto nel caso di eruzione del vulcano dei Campi Flegrei.

Per ora si tratta di una simulazione, ma alla Dicomac di San Marco Evangelista (Caserta), la Direzione Comando e Controllo della Protezione Civile – un organo già usato per il terremoto che colpì la provincia di Rieti – tutto è organizzato nel caso di emergenza reale e concreta.

Alla Direzione si lavora per funzioni, ogni stanza racchiude un ufficio che si occupa solo di un settore di quello che è il sistema complesso di evacuazione della popolazione, dalla viabilità all’ordine pubblico, dai danni all’agibilità degli edifici, dalla salvaguardia dei beni culturali alla cartografia; c’è poi la strategica funzione “Excon”, che concerne il controllo dell’esercitazione, ed è è formato da “disturbatori”, coloro che inviano “inject”, ovvero intoppi alle altre sezioni, come può essere il crollo del sito internet, e valutatori, cioè esperti della Protezione Civile che valutano la risposta al problema.

E c’è infine la stanza dove la comunità scientifica monitora costantemente lo stato del vulcano, e a fianco quella in cui ci si riunisce per prendere decisioni. “La governance del sistema – spiega il Capo della Protezione Civile della Regione Campania Italo Giulivo – è tutta basata sugli input che arriveranno dalla comunità scientifica, per cui è fondamentale avere una corta filiera decisionale; così in una stanza si monitora il fenomeno e in quella a fianco si decide, in modo da diramare un eventuale allarme sul territorio nel più breve tempo possibile”.