Quello della brucellosi è una grande problematica per gli allevatori di bovini della Campania.
Nella giornata odierna è stato emesso un comunicato/lettera aperta del Coordinamento Unitario degli allevatori in vista Consiglio regionale di domani
“E’ un approccio propagandistico quella con cui la Regione Campania continua ad occuparsi della problema della brucellosi che riguarda soprattutto alcune aree del Casertano dove c’è la massima concentrazione degli allevamenti di bufale campane da cui si ricava il latte per la famosa mozzarella dop”. Lo sottolineano gli allevatori dal loro quartier generale di Casal di Principe, da mesi cuore della protesta contro il piano regionale di eradicazione di brucellosi e tbc bufaline, di cui chiedono il ritiro. Gli allevatori contestano in particolare i numeri forniti venerdì 4 novembre dal Commissario straordinario per l’emergenza brucellosi in Campania Luigi Cortellessa, che ha parlato di 1294 vitelli dai sei agli otto mesi vaccinati da agosto ad oggi in 179 allevamenti dell’area cluster del Casertano, dove la vaccinazione è obbligatoria; area che coincide con i comuni di Castel Volturno, Cancello e Arnone, Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Carinola, Francolise e Sparanise, dove c’è la massima presenza di bufale campane. C’è poi anche un’area buffer, ovvero “cuscinetto”, dove la vaccinazione è invece facoltativa. “Gli animali nell’Area Cluster (epicentrica) – si legge ancora nella lettera del Coordinamento Unitario il cui portavoce è Gianni Fabbris – sono 83.07, quelli dell’Area Buffer (circostante) sono 26.730. Dunque, gli animali vaccinati ad oggi sono l’1,09% del totale. Una cifra assolutamente insignificante e di nessun impatto nella dinamica epidemica. Questo dato ci consegna due evidenze: il modo come è stata ‘ammessa la vaccinazione’ è inefficace (come denunciamo da tempo ed è destinata a fallire) e la vaccinazione, in ogni caso, senza una strategia adeguata di prevenzione, sorveglianza, autocontrollo e di individuazione dei casi positivi, è ininfluente”. Gli allevatori bocciano dunque senza appello sia il Piano che le azioni intraprese dal Commissario. “Il piano regionale varato nel marzo 2022 – dicono – doveva ridurre il primo anno la presenza della brucellosi nel Casertano del 50%, ma arriveremo al massimo al 14-15%. Alla fine del 2021 – osservano – i focolai aperti in provincia di Caserta erano 35. Ad oggi se ne sono aggiunti altri 40 accertati e 6 sospetti per le aziende bufaline ed altri 10 per le aziende bovine”. A loro dire il contagio non si è fermato o ridotto. “La superficie di riferimento delle aziende focolaio nell’area cluster, piuttosto, è aumentata di circa il 20% documentando l’evidente espandersi della zoonosi nell’area e il rischio che, presto, altri comuni saranno coinvolti”.
Diversa, invece, l’idea del Commissario straordinario regionale Cortellessa: “E’ stata salvata generazione di giovani animali”
“Con la vaccinazione dei 1294 capi bufalini presenti in 179 allevamenti del Casertano ricadenti nell’area cluster della brucella, abbiamo salvato una generazione di vitelle mediterranee campane, in quanto si tratta di animali di età compresa fra i sei agli otto mesi presenti nella zona focolaio del batterio. Sappiamo già da soli che in valore assoluto è una percentuale bassa, visto che le bufale nell’intera provincia di Caserta sono decine di migliaia, ma intanto abbiamo messo in sicurezza in poco tempo tantissimi giovani animali garantendo loro un futuro molto più sicuro”. Così il Commissario straordinario per il superamento dell’emergenza Luigi Cortellessa spiega i “numeri” forniti venerdì 4 novembre dopo la maxi-operazione veterinaria di vaccinazione. Il generale dell’Arma va avanti per la sua strada, che “è quella di favorire le aziende garantendo la sicurezza degli animali. Abbiamo iniziato a lavorare da inizio agosto – sottolinea Cortellessa – e in circa tre mesi abbiamo vaccinato tutti i capi giovani dopo peraltro azioni di profilassi sempre molto complesse, e anche rischiose per gli stessi veterinari. L’operazione di venerdì arriva infatti dopo una profilassi durata quasi 15 giorni, con i prelievi fatti dai veterinari in 32 allevamenti, e risultati delle analisi arrivati in tempi brevissimi. Ciò che chi contesta non dice, è che abbiamo praticamente azzerato i tempi di attesa degli esiti degli accertamenti, che prima erano lunghi e danneggiavano gli allevatori, con notifiche che arrivano in tempi reali, e ciò grazie al superlavoro fatto dai veterinari e dagli esperti dell’ufficio di Caserta dell’istituto zooprofilattico del Mezzogiorno. Posso pensare che questa efficienza suscita qualche disappunto, anche se qualche allevatore inizia a sentirsi più libero, e chi prima protestava, ora sta pensando di cambiare posizione. E anche nell’area cuscinetto, dove la vaccinazione è facoltativa, allevatori iniziano a farsi avanti per proteggere i propri capi”.