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Caserta – Sono rimasti fermi nei capannoni i mezzi, anche i più grandi come le trincea, dei contoterzisti del Casertano, ovvero delle imprese che prestano i servizi alle aziende di allevamento sia nei campi, per semina e raccolto, che nelle stalle. Come previsto, è stata infatti compatta l’adesione allo sciopero proclamato qualche giorno fa dai contoterzisti, che si ritengono fra i più penalizzati dal piano regionale di eradicazione di brucellosi e tbc bufaline; un piano che “impedirebbe loro di operare dopo aver realizzato investimenti importanti costringendo le imprese allevatrici a dotarsi esse stesse di mezzi e personale in proprio“.

Con lo sciopero odierno, i contoterzisti sono così scesi in agitazione a fianco degli allevatori bufalini del Casertano, riuniti nel Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, che da mesi protestano contro il piano regionale di cui chiedono il ritiro perché “perpetua il sistema di abbattimenti delle bufale campane, che negli ultimi dieci anni ha portato alla macellazione di 140mila bufale, delle quali solo l’1,4% è risultata effettivamente malata in seguito ad analisi post mortem“.

I contoterzisti, con i loro mezzi enormi, non verranno a Caserta, ma lo faranno invece decine di trattori degli allevatori che stasera “invaderanno” il capoluogo di Terra di Lavoro con presidi in piazza Vanvitelli, davanti alla Prefettura, e in via Unità d’Italia, all’esterno della sede dell’Asl, una fiaccolata e un’assemblea pubblica finale.

Per il portavoce del coordinamento Gianni Fabbris, “quella dei contoterzisti è una spinta per tutti noi ancora più forte in ragione dello sforzo che costa loro per partecipare. Non è solo nei 200.000 euro persi il valore del loro impegno ma, anche e soprattutto, nel fatto che recupereranno il lavoro perso di giorno lavorando nei campi questa notte pur di raccogliere il prodotto prima dell’arrivo previsto dei temporali di venerdì che potrebbero compromettere l’annata agraria per diverse aziende“.