Caserta – Dopo una notte insonne per le strade di Caserta, gli allevatori bufalini che da mesi protestano per il ritiro del piano regionale di eradicazione di brucellosi e tbc bufalina, e che da ieri hanno invaso con alcune decine di trattori il capoluogo della Reggia – senza peraltro creare particolari disagi alla cittadinanza – sono stati oggi ricevuti dal prefetto Giuseppe Castaldo, cui da tempo si sono rivolti perché funga da “pontiere” per organizzare un tavolo cui mettere insieme Regione e Governo.
Con gli allevatori anche quattro sindaci, ovvero Renato Natale (Casal di Principe), presente anche ieri sera alla fiaccolata, Luigi Petrella (Castel Volturno), Carlo Marino (Caserta) e Federico Nicolino (Santa Maria la Fossa).
“Al prefetto – spiega Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino – abbiamo riferito dell’annunciato incontro sabato a Napoli in Regione, ma di cui non abbiamo ancora convocazione. E gli abbiamo chiesto di impegnarsi ancora per il tavolo interistituzionale“.
Sempre netto il “no” al piano regionale. Lo conferma Adriano Noviello, imprenditore bufalino tra i leader della mobilitazione. “Andremo avanti fin quando non sarà ritirato il piano e la Regione inizierà davvero ad ascoltarci. Ma per ora nulla è cambiato: gli abbattimenti vanno avanti, sono oltre tredicimila nel Casertano da inizio anno, e il famoso autocontrollo sbandierato dalla Regione come strumento a nostro favore, non funziona, visto che non c’è sincronia di tempi tra il tampone che l’allevatore può fare all’animale in autonomia, i cui esiti arrivano dopo settimane, e l’analisi del sangue effettuata dai veterinari Asl, i cui risultati arrivano in un giorno. Questo piano ha già fallito, come emerge dai numeri: nel 2022 i nuovi focolai di brucella nel Casertano sono stati 24 per un totale di 57 allevamenti situati soprattutto nell’area cluster (comprende i comuni di Castel Volturno, Grazzanise, Cancello e Arnone e Santa Maria la Fossa) in cui circola ancora il batterio. A Salerno, zona di bufala anche con molti meno allevamenti, si è registrato un solo focolaio, con quattro allevamenti coinvolti in totale; stesso dicasi per la Tbc, con undici nuovi focolai nel Casertano e una totale di 30 aziende interessate, mentre a Salerno sono stati nove quelli emersi nel 2022 e attualmente sono sette quelli in uci ancora circola la tbc. Dov’è questa eradicazione?“.
Luigi Petrella, sindaco di Castel Volturno, spiega che “delle oltre 120 aziende bufaline che sono nel nostro territorio, molte non lavorano dopo gli abbattimenti, e solo qualcuna si sta riprendendo. Gli allevatori vanno ascoltati, perché le loro ragioni sono valide“.
Intanto l’Associazione Tutela Patrimonio Bufalino, che compone il Coordinamento Unitario, ha attaccato in un post sulla sua pagina facebook il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop. “E’ vergognoso – si legge – che ad una manifestazione come quella di Caserta non abbia partecipato nessun rappresentate del Consorzio Mozzarella Di Bufala Campana Dop” si legge in un post dell’associazione tutela patrimonio bufalino. “E’ vergognoso che in questi mesi il Consorzio non abbia speso una sola parola a sostegno degli allevatori, di coloro che sono i produttori di quella materia prima, il latte di bufala, senza cui la mozzarella non esisterebbe“.