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È partita in seguito all’omicidio del nigeriano Anthony Amadi, un 30enne ucciso a Castel Volturno, in provincia di Caserta, nel febbraio 2020, con una coltellata al cuore per questioni legate alla droga, l’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere culminata con il blitz dei carabinieri che oggi hanno arrestato e condotto in carcere per spaccio di cocaina, eroina e crack, cinque persone di origine africana, provenienti da Nigeria, Ghana e Togo. I carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone hanno eseguito i provvedimenti del giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere, che ha disposto per altri due indagati obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria; altri due pusher sono invece solo indagati.

Proprio indagando sul delitto di Amadi (due le persone condannate per l’omicidio), i carabinieri hanno analizzato il cellulare della vittima monitorando vari nomi presenti in rubrica, che sapevano essere pusher; hanno quindi ricostruito l’attività di spaccio – almeno mille le cessioni di droga accertate – che avveniva a Pescopagano, località-ghetto per immigrati che rientra nei comuni di Castel Volturno e Mondragone. I clienti arrivavano dal Casertano, dal Napoletano e dal basso Lazio, e la vendita avveniva soprattutto nel weekend. C’era uno dei nigeriani finiti in cella che raccoglieva gli ordini giunti in particolare via whatsapp, e li smistava agli altri indagati che erano sul territorio. Stamani, i carabinieri di Mondragone, contestualmente al blitz che ha portato in carcere i pusher, hanno realizzato anche dei controlli sul territorio, arrestando due italiani per possesso di oltre 200 grammi di cocaina, un bilancino e di 12mila euro in contanti.