Santa Maria La Fossa (CE)- Cinquecentocinquanta quintali di grano raccolti su dieci ettari confiscati alla camorra e gestiti dall’ ATS Terra Verde per conto di Agrorinasce: questo il bilancio della raccolta avvenuta pochi giorni fa sui terreni agricoli confiscati a Schiavone Saverio Paolo e a Schiavone Francesco ‘Cicciariello’; terreni dal 2016 gestiti dall’associazione ATS Terra Verde in seguito ad assegnazione con procedura pubblica da parte di Agrorinasce.
“La trebbiatura del grano è sempre stata un’immagine iconica che diventa imperdibile se proiettata sui terreni confiscati alla camorra- dichiara Ovidio Marzaioli Presidente Fattoria Didattica ATS Terra Verde- E’ quanto emerge dalle immagini scattate a Santa Maria La Fossa e dai terreni confiscati alla famiglia Schiavone gestiti dall’ATS Terra Verde di Caserta per conto del Consorzio Agrorinasce. La sintesi plastica e rituale della legalità che vince sulla criminalità anche in territori difficili come quelli del casertano”.
Dopo gli ostacoli incontrati dall’Associazione Terra Verde, tra cui l’incendio doloso del raccolto nel 2020, le forti grandinate di maggio e le forti piogge di giugno del 2023 che comportarono una raccolta di 320 quintali anziché 500 quintali, dopo grandi sacrifici e dedizione il 2024 ha dato i suoi frutti con una cospicua raccolta di grano aureo (ben 550 quintali), un grano certificato di ottima qualità, acquistato nel 2019 anche dalla Voiello.
Un progetto di filiera corta e di sinergia tra produttore e consumatore quello dell’ATS Terra Verde, che attraverso la Fattoria didattica localizzata a Santa Maria La Fossa svolge non solo un ruolo produttivo, ma anche attività di informazione e di educazione alla sostenibilità ambientale, sociale e territoriale rivolte ai consumatori e soprattutto alle nuove generazioni.
“Vedere i risultati positivi sui beni confiscati ci inorgoglisce- afferma Giovanni Allucci Amministratore Delegato Agrorinasce- Questi successi tangibili frutto dell’impegno e della determinazione delle cooperative e associazioni, del nostro lavoro in sinergia con loro, sono il segno che siamo sulla strada giusta. La rigenerazione sociale e territoriale parte dai beni confiscati, che devono sempre più fungere da motore di sviluppo e di riscatto per il territorio”.