Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Tutti assolti perché “il fatto non sussiste” gli ex manager Firema – storica azienda ferroviaria di Caserta oggi denominata Tfa – imputati per omicidio e lesioni colpose per i 19 lavoratori morti e gli 82 malati per esposizione all’amianto. Lo ha stabilito il giudice monocratico del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Valerio Riello, ponendo fine ad un processo in cui l’accusa non è riuscita a raggiungere la prova di colpevolezza: troppo il tempo trascorso dai fatti – antecedenti al 1990 quando l’amianto fu eliminato dall’azienda – e scarsamente rilevante il contributo testimoniale delle vittime, molte anziane e malate che poco o male ricordavano di quanto accaduto oltre 30 anni fa.
Lo stesso pm di Santa Maria Capua Vetere, Giacomo Urbano, aveva chiesto l’assoluzione degli imputati ma con formula dubitativa, cioè per il mancato raggiungimento della prova; il giudice è andato oltre, disponendo l’assoluzione piena per gli ex amministratori delegati Mario Fiore e Giovanni Fiore e gli alti ex dirigenti Enzo Ianuario, Maurizio Russo, Giovanni Iardino, Giuseppe Ricci e Carlo Regazzoni (difesi tra gli altri da Giuseppe Stellato e Gennaro Ciero).
Ricci e Russo erano già usciti indenni per assoluzione dal primo processo, in cui la Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva contestato il reato più lieve di rimozione e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Poi l’ufficio inquirente aveva aperto una seconda indagine per omicidio colposo, indagando altri amministratori succedutisi negli anni, e percorrendo una strada simile a quella della Procura di Torino in relazione alla vicenda dell’Eternit.