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L’AMBC si era appellata al Presidente del Consiglio comunale Vincenzo Corvino e al Sindaco Francesco Lavanga chiedendo il coinvolgimento formale del nostro Comune a favore della Campagna “Riprendiamoci il Comune” e contro l’Autonomia differenziata. E nella seduta consiliare che è stata convocata per il 31 maggio (in prima convocazione) o per il 1 giugno (in seconda convocazione) i due argomenti sono stati inseriti al 5° e al 6° punto dell’ordine del giorno.

Siamo molto soddisfatti, ha dichiarato il portavoce dell’AMBC Gianni Pagliaro, dell’iniziativa del presidente Corvino e del sindaco Lavanga. Il Consiglio comunale in rappresentanza della città di Mondragone potrà – in tal modo- apertamente prendere formale posizione per la riforma del Titolo V della Costituzione, inopinatamente approvata a suo tempo da una risicata maggioranza parlamentare di centro-sinistra, contro l’Autonomia differenziata della destra, fatta per agevolare il Nord del Paese e penalizzare ancora di più il nostro Sud e a favore di due leggi di iniziativa popolare per la riforma della finanza locale e per la pubblicizzazione della Cassa Depositi e Prestiti. Ci aspettiamo, ha continuato Pagliaro, che su questi due argomenti nel prossimo Consiglio comunale possa esserci un serrato dibattito e un confronto ampio, serio e documentato. E, soprattutto, che la nostra Città -per il tramite dei propri rappresentanti -dica un netto No!  allo Spacca Italia della destra e si dichiari favorevole ad una riforma dei nostri Comuni. E, infine, ci aspettiamo che tutti i nostri Consiglieri comunali diano concretamente una mano nella raccolta delle firme in queste ultime settimane che restano”.

Anche la tremenda alluvione che ha colpito di recente l’Emilia-Romagna e messo in ginocchio tanti Comuni- hanno sottolineato dall’AMBC– dimostra l’urgenza di partire dai Comuni per riformare questo Paese. Quando il 93,9% dei Comuni italiani (7.423) è a rischio frane, alluvioni e/o erosione costiera, quando 1,3 milioni di abitanti è a rischio frane e 6,8 milioni a rischio alluvioni, quando i Comuni più a rischio sono quelli delle regioni Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Liguria, quando l’emergenza è diventata ormai lordinario scorrere delle nostre vite, occorre partire dal basso, dai nostri Comuni per cambiare lo stato delle cose. Servono strategie radicali di cambiamento del modello produttivo e di consumo di suolo ed energia. E serve la rivoluzione della cura contro l’economia del profitto. Servono 26 miliardi per il riassetto idrogeologico del territorio e serve trasformare Cassa Depositi e Prestiti per poter mettere a disposizione delle comunità territoriali le risorse necessarie a una vita degna e alla costruzione di un nuovo modello sociale, ecologico e relazionale. Cassa Depositi e Prestiti, che, solo con la raccolta del risparmio di 22 milioni di persone, gestisce 280 miliardi. Se per oltre 140 anni, Cdp aveva utilizzato quei risparmi per finanziare a tassi agevolati gli investimenti degli enti locali, permettendo a questi di realizzare acquedotti, scuole, ferrovie, ospedali senza trovarsi affondati nei debiti con le banche, dalla sua trasformazione in Spa nel 2003, Cassa Depositi e Prestiti è diventata un mostro economico-finanziario che oggi detiene quote delle grandi società di rete (Eni, Snam, Italgas, Terna) finanziando l’energia fossile, di grandi settori industriali (Fincantieri, Ansaldo) finanziando la guerra, e con i Comuni si relaziona come una qualsiasi banca per fare profitti, favorendo la dismissione del patrimonio pubblico e la privatizzazione dei servizi pubblici locali.  E serve una profonda riforma della finanza locale, introducendo il pareggio di bilancio sociale, ecologico e di genere, eliminando tutte le norme che oggi impediscono l’assunzione del personale, reinternalizzando i servizi pubblici a partire dall’acqua, difendendo suolo, territorio, beni comuni e patrimonio pubblico e dando alle comunità territoriali strumenti di autogoverno partecipativi e inclusivi”.

Quanto all’Autonomia differenziata, ha continuato Gianni Pagliaro, esprimiamo grande soddisfazione per aver raggiunto e largamente superato le 50mila firme necessarie per la presentazione della legge costituzionale di iniziativa popolare -promossa dal Coordinamento per la democrazia costituzionale e presieduto dal professore Massimo Villone- contro l’autonomia differenziata voluta dalle destre al governo. E anche in questo caso siamo felici dell’iniziativa di Corvino e Lavanga che offre ai nostri Consiglieri comunali di prendere posizione politica contro i rischi collegati al disegno targato Calderoli per diritti e servizi di cui non sarebbe più garantita la piena universalità su tutto il territorio nazionale: salute, istruzione, tutela dell’ambiente, solo per citarne alcuni. In una parola, contro quella secessione dei ricchi, tanto cara alle destre al governo del Paese”.