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Caserta –  Con un presidio in piazza della Prefettura, la Fai-Cisl ha manifestato anche a Caserta, come in tante piazze italiane, a sostegno di progetti di riforma che coinvolgono i lavoratori dell’agricoltura, della trasformazione alimentare, della pesca, della forestazione e della bonifica. I delegati e i militanti hanno incontrato i cittadini animando una sottoscrizione su un’agenda che attraversa i temi settoriali della previdenza, dei giovani, del rilancio dei salari, del fisco, del mercato del lavoro, della lotta allo sfruttamento e al caporalato.

“Siamo qui con le nostre proposte – ha spiegato il segretario generale della  Fai Cisl di Caserta Bruno Ferraro – per chiedere che Governo e Regioni aprano un confronto stabile e strutturato con il sindacato sul futuro dei comparti agroalimentari, forestali e ambientali a partire dalla loro risorsa più importante: il capitale umano. Senza buon lavoro non può esserci buona impresa, né recupero di produttività e competitività del sistema-Italia”. Tra le rivendicazioni della Fai-Cisl, figurano il riconoscimento dello status di lavoro usurante per i braccianti agricoli, gli addetti imbarcati della pesca, i lavoratori alimentari impegnati in reparti disagiati, gli operai forestali e della bonifica: condizione che permetterebbe il pensionamento con 35 anni di contributi. Il sindacato richiede poi di rafforzare gli incentivi a sostegno dell’occupazione giovanile, di istituire nuovi ammortizzatori sociali universali. Sul versante dei salari, la Fai-Cisl invoca l’innalzamento delle retribuzioni dei contratti agricoli di prestazione occasionale, l’alleggerimento del carico fiscale sui redditi medio-bassi e lo sblocco del contratto nazionale degli operai idraulico-forestali, fermo da cinque anni. Sul fronte del contrasto allo sfruttamento, la Fai esige la piena attuazione della legge 199 sul caporalato, con un cambio di marcia sul fronte della prevenzione mediante un maggiore coinvolgimento delle parti sociali agricole sui territori. “Ecco – prosegue Ferraro – perché rivendichiamo diritti essenziali per un popolo di quasi 2 milioni di lavoratori: donne e uomini impegnati in comparti che hanno sostenuto il Paese negli anni peggiori della crisi e che ora tanto possono fare per la ripartenza. La sfida riguarda tutti, sindacato, associazioni datoriali e istituzioni: accogliere i punti della nostra piattaforma vuol dire raccogliere questa occasione, puntando al miglioramento delle condizioni dei lavoratori e al riscatto civile, morale, economico del Paese”.