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Una persona con un minimo di sale in zucca non può fare a mano di chiedersi: ma perché mai qualcuno esce di casa per andare a vandalizzare un’aiuola? Figurarsi se don Ezio Rotondi, parroco di Santa Maria Assunta e San Bartolomeo in Apice, al cospetto della devastazione di un bello spazio pubblico nell’area dell’opera religiosa di San Pio, non si ponesse quella domanda e non esprimesse oltre a sconcerto e amarezza, anche una riflessione, improntata ovviamente a carità cristiana, nei riguardi della personalità e del carico di problemi dell’autore del vandalismo. Don Ezio ha scritto un lungo post su quanto accaduto e non si può non sottolineare la forza, la profondità e la coerenza delle sue parole. Purtroppo, la pratica di distruggere beni pubblici è sempre esistita e così come si bruciano i boschi d’estate, si sfasciano le panchine, si abbattono pali stradali, si incendiano cassonetti. Senza un perché, la gran parte delle volte: non si vuole accettare che ci sia qualcosa di bello e di utile. E non è non ci può essere una sola ragione valida, anche se spesso tali atti obbediscono a logiche intimidatorie della criminalità. Certo, l’atto vandalico lascia ancora più l’amaro in bocca perché è avvenuto nel momento in cui si celebrava il ricordo di Luigi Bocchino, l’uomo e e l’amministratore di Apice che ricostruì il proprio paese dopo il terremoto dell’agosto del 1962 e lo fece tanto meno da essere additato ad esempio. Eppure qualcuno ha voluto proprio far sapere a tutti che lui non ci sta rispetto a qualcosa che è bello e che ti riconcilia con la vita e con la speranza di un mondo migliore.
Ecco il post del sacerdote: 
 
Caro sconosciuto,
con queste parole, vorrei esprimere profondo dispiacere e la delusione per il gesto che hai compiuto, vandalizzando l’aiuola che fa parte dell’opera religiosa di San Pio da Pietrelcina. Non si sa quali possono essere le ragioni dietro un atto del genere, ma nessuna può davvero giustificare la distruzione o la deturpazione di ciò che per molti rappresenta un simbolo di fede e un bene comune.
Quel luogo, che tu hai danneggiato, non è solo un’aiuola; è il risultato di anni di devozione, di amore e di rispetto. È un punto di riferimento per una comunità, un luogo di riflessione e di pace per chi crede, e anche per chi non crede, tanti si fermano dinanzi al nostro San Pio, finanche la Piazza (dove si è consumato il vandalo gesto) e una strada del nostro paese sono a lui dedicate.
Forse non hai pensato alle conseguenze del tuo gesto, ma il danno che hai arrecato va oltre l’oggetto fisico: hai ferito il cuore di persone che trovano conforto e ispirazione in quell’opera. Non è solo una questione di fede, ma anche di rispetto reciproco. In un mondo che spesso sembra dividersi su tutto, è importante ricordare che queste opere sono un fondamento della nostra convivenza civile.
Ti invito a riflettere su quello che hai fatto e a considerare la possibilità di rimediare, se non materialmente, almeno moralmente. Un passo verso la riparazione potrebbe essere un passo verso la comprensione di ciò che significa davvero vivere in una comunità.
Ti auguro di trovare la pace e la saggezza per comprendere il valore del rispetto e della convivenza.
Con rispetto,
don Ezio Rotondi