L’Università del Molise con le associazioni dei produttori zootecnici dell’Alto Sannio e la Coldiretti hanno presentato stamani all’Istituto Agrario “Mario Vetrone” i risultati di uno studio per la qualità del latte prodotto nelle Aziende sannite. L’analisi condotta per un anno ha consentito non solo di acquisire una serie di dati sulla produzione lattiero-casearia e sulla sua qualità, ma anche di individuare idonei misure per migliorare questa stessa produzione in particolare per quanto concerne residui di acidità.
La produzione casearia sannita ha un grande valore sotto ogni profilo e l’apporto scientifico portato dall’Ateneo molisano non potrà che costituire il suo valore aggiunto. Adottato il sistema Akis (Agricultural Knowledge and Innovation System), strumento fortemente auspicato all’Unione Europea che permettendo una migliore interazione tra gli attori della filiera agro-alimentare è in grado di aumentare l’impatto dei risultati del progetto. L’innovazione in ambito agro-alimentare non può essere finalizzata soltanto al miglioramento dei profitti aziendali ma deve essere in grado di legare il miglioramento della competitività aziendale alle specificità del territorio.
Il progetto Latte&Sannio, coordinato dal docente Patrizio Tremonte (docente di Biotecnologie microbiche presso il Dipartimento di Agricoltura Ambiente e Alimenti dell’Università degli Studi del Molise) introduce innovazioni che, basate sulla biodiversità microbica del territorio e sull’utilizzo nella dieta bovina di un batterio probiotico isolato dalla filiera apistica del Sannio, sono in grado di migliorare le qualità nutrizionali e sensoriali del latte, rendendolo identitario di un territorio.
Il docente ha spiegato: “E’ stata la tappa finale del progetto per il miglioramento della qualità del prodotto nell’area sannita. Abbiamo utilizzato un microorganismo legato fortemente al territorio e la biodiversità microbica all’interno del bovino. Troviamo un prodotto con il miglior pirofilo acidico”.