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“Sì, l’ho ucciso perché all’improvviso ho sentito delle voci che mi hanno detto che dovevo ammazzarlo”. Questo avrebbe dichiarato Benito Miarelli davanti al giudice per le indagini preliminari (gip) e al suo legale di fiducia, l’avvocato Teodoro Reppucci. L’uomo, 57 anni, ha brutalmente ucciso e decapitato Annibale Miarelli, 68 anni. L’omicidio, avvenuto con un’ascia, è stato confessato dall’indagato durante l’interrogatorio in carcere. 

Annibale, un ex operaio in pensione, si era trasferito a Pannarano circa sei mesi fa, dopo la morte della moglie, con l’intento di ritrovare serenità nei luoghi della sua infanzia. La sua tragica fine ha gettato nello sconforto l’intero paese, ancora sotto shock per l’accaduto. Lunedì prossimo sarà conferito l’incarico al consulente che eseguirà l’autopsia sul corpo della vittima presso l’obitorio dell’ospedale ‘San Pio’ di Benevento. L’esame autoptico sarà fondamentale per chiarire ulteriormente le dinamiche di questo efferato delitto. Nel frattempo, l’abitazione di Benito Miarelli e l’arma del delitto sono state sottoposte a sequestro.

Le indagini dei carabinieri proseguono per ricostruire i dettagli di questa tragedia familiare e comprendere appieno le motivazioni che hanno spinto Benito Miarelli a compiere un atto così estremo. La comunità di Pannarano rimane attonita e addolorata, cercando di elaborare l’orrore di una vicenda che ha scosso profondamente la loro quotidianità.