Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Emiliano Servodidio, giovane imprenditore agricolo sannita:
Spesso i giovani hanno timore di mettersi in gioco e, non per pigrizia o inerzia, ma per la paura del fallimento: sognano di mettersi in proprio ma sono frenati dalla paura di fallire, dalla mancanza delle garanzie del lavoro dipendente e dalla percezione di un sistema Paese che ostacola il fare impresa.
Proprio quest’ultima motivazione sto sopportando!
Dopo aver sperimentato per tre anni, ad esclusivo uso dilettantistico, la coltivazione dello zafferano prendo il coraggio a due mani e studio e conseguo il titolo di Imprenditore Agricolo, mi iscrivo alla Camera di Commercio, apro la partita Iva, dò mandato ad un dottore commercialista di seguire la parte fiscale. Mi appresto a preparare ed inoltrare la domanda ad Invitalia per la trasformazione dei prodotti agricoli per ricevere un aiuto economico ed iniziare la mia attività. Seguo l’iter ma la mia richiesta non viene approvata con la motivazione di “presenza di concorrenza”!
Al contrario, in Campania sono presenti soltanto due coltivazioni di zafferano e, nel Sannio, nessuna.
Deluso, proseguo e in un appezzamento di terreno agricolo, in comproprietà con i miei due fratelli, ricadente nel comune dove risiedo, San Martino Sannita, non curato da dieci anni, da quando è venuto a mancare mio padre, procedo facendolo bonificare dai rovi e dalle erbacce cresciute in abbondanza.
Ma anche qui incontro ostacoli: la minaccia delle istituzioni se osassi tagliare degli alberi senza l’autorizzazione della Provincia perché zona sottoposta a vincoli.
Ma in questo terreno sono presenti solo degli alberelli da frutto e un abete piantati da mio padre e il mio intento è ben lontano da estirparli, proprio perché sono uno dei ricordi da lui lasciati alla mia famiglia.
Ostinato, anche se sconfortato, decido di ripristinare la recinzione già iniziata da mio padre, anche perché una parte di essa è stato oggetto di furto da parte di ignoti, furto regolarmente denunciato ai Carabinieri. Nel mese di ottobre presento una comunicazione al Comune e al Comando Forestale per informare le istituzioni, in base al DPR 06/06/2001 n. 380 art. 6 comma 1, che saranno effettuati lavori di movimento terra, strettamente pertinenti all’esercizio dell’attività agricola, che non comportano alterazioni dello stato dei luoghi. A causa dei mesi piovosi i lavori sono stati poi eseguiti pochi giorni orsono, circa sette mesi dopo tale comunicazione, proprio perchè Il terreno deve essere pronto per accogliere questa estate i bulbi per la prima produzione da commercializzare ai potenziali acquirenti con i quali ho preso contatto da mesi girando per l’Italia.
Con l’aiuto di un conoscente e una piccola ruspa, viene sistemata la recinzione in modo da evitare l’incursione dei cinghiali, molto numerosi in zona.
Ma anche questo produce effetti negativi per qualcuno: mi viene notificata una multa dai Carabinieri Forestali secondo i quali ho tagliato degli alberi senza autorizzazione della Provincia.
Nonostante tutto quanto finora abbia comportato costi aggiuntivi e rallentato il processo di sviluppo dell’azienda, con questa mia, intendo ringraziare tutti coloro che stanno aiutando in ogni modo un giovane a non abbandonare il Sud, a dare avvio ad una propria idea imprenditoriale, senza alcun onere per lo Stato.
Ringrazio chi ostacola ogni passo che, con difficoltà crescente, cerco di fare.
Ringrazio i curiosi, gli invidiosi e i cattivi di cuore che cercano di rendere impossibile la vita a chi, come me, ha la giusta dose di passione, determinazione e perseveranza.
Ringrazio coloro che ignorano che l’imprenditoria in un piccolo paese, come San Martino Sannita, può essere un’opportunità concreta per creare qualcosa di proprio e contribuire alla crescita economica del paese tutto.
Quello del giovane imprenditore è un viaggio lungo, solitario e pieno di problemi, e di ciò sono ben consapevole ma, se in un piccolo paese come il mio, di circa mille abitanti, che non decolla ma che, al contrario, vede un esodo di forza-lavoro, non si concede a chi è veramente determinato a sopportare tutte le difficoltà la possibilità di raggiungere il proprio obiettivo, è veramente deludente!
Il mio è un “bell’esempio” di ricambio generazionale in ambito agricolo tanto decantato dall’Unione Europea, una delle maggiori necessità e sfide riconosciuto come priorità nell’agenda politica dell’UE.
Mi chiedo allora se gli strumenti impiegati a sostegno dei giovani agricoltori sono i continui ostacoli che una esigua comunità sta commissionando lungo il mio cammino, in quale modo invertire o calmierare il processo di senilizzazione del settore agricolo? Come sviluppare l’attività di trasformazione dei prodotti, la cura del paesaggio e la produzione di energie rinnovabili?
L’agricoltura dei giovani bada al sodo e ai conti, senza per questo mettere da parte la tutela dell’ambiente e della qualità, attenzione al proprio passato e alle tradizioni. “Esperimento” sociale ed economico, quello dell’agricoltura giovanile, che deve essere sostenuto ma, prima di tutto, ben compreso.
Si deduce che nel mio paese, considerati i tanti ostacoli che incontro e che, certamente, avranno un seguito, non sono compreso!
Emiliano Servodidio