Cronaca di uno scontro annunciato. Dopo mesi e mesi di polemiche, stoccate e querele, Clemente Mastella e Carlo Calenda si sono ritrovati ieri a Roma all’Auditorium Antonianum per la kermesse centrista organizzata dal governatore ligure Giovanni Toti.
E come fa facili previsioni, la location situata a pochi metri dalla basilica di San Giovanni in Laterano si è trasformata in una sorta di ring per i due contendenti. Rispetto alle posizioni già espresse nel recente passato, il leader di Azione non arretra di un centimetro: “L’Italia non ha bisogno del centro, non ha bisogno di Mastella né di Di Maio né della politica dei due forni. Ha bisogno invece di amministratori capaci, come Bucci e Toti, e di un’area liberal-democratica, pragmatica e serie. Un polo del buon governo, per citare Berlusconi” – spiega ai giornalisti che lo intervistano a margine dell’iniziativa. Poi, su twitter, commentando proprio alcune parole del Cavaliere, l’affondo che farà infuriare Mastella: “Andata: centro a voi e polo del buongoverno a noi; Presidente operaio a voi e rivoluzione liberale a noi; Di Maio, Mastella, Cuffaro a voi e Enrico Costa a noi; Putin a voi e Von der Leyen/Macron a noi. Così, come si dice a Roma, ‘ce se po’ sta’. Affare fatto? Daje”
Parole che evidentemente arrivano al sindaco di Benevento che sale sul palco e contrattacca: “I pariolini per cultura pensano a se stessi, non hanno l’attitudine al lavoro di noi di provincia. Sono fatti così. Calenda l’ha con me perchè ricordo sempre che gli passavo le raccomandazioni quando era dirigente al Cis di Nola. Questa cosa lo fa arrabbiare, ha pure annunciato querela nei miei confronti. Poi non l’ha presentata ma io sì. E’ andata a finire che Calenda ha chiesto a un amico in comune di ritirarla e io, sbagliando, l’ho fatto”.
“Chiedo scusa per questi toni polemici – la chiosa dell’inquilino di palazzo Mosti – ma l’accostamento Mastella-Cuffaro è una cosa languida e ingiusta”.