Benevento – Il tema della gestione del ciclo dei rifiuti nel Sannio, la sua ripresa e la sua efficacia è stata al centro di un dibattito pubblico promosso da Fise Assoambiente (Associazione Imprese Servizi Ambiente) per la discussione sul metodo tariffario di Arera per la regolazione del settore rifiuti.
Il Sannio sconta una situazione paradossale: è la provincia campana più piccola, produce meno rifiuti, è ampiamente prima nella raccolta differenziata, ma paga prezzi altissimi per la lavorazione delle diverse frazioni, non ha un impianto funzionante e non riesce a gestire un ciclo completo. La conseguenza è avere tariffe a carico dei contribuenti davvero esorbitanti. Esperti ed amministratori locali hanno discusso su come fare per riportare nella rotta giusta il ciclo gestionale dei rifiuti, tanto più che oggi c’è il nuovo organigramma dell’Ato rifiuti e c’è la possibilità di ripristinare il funzionamento dello Stir Casalduni.
E la tariffa? Il metodo ARERA porterebbe ad una maggiore incentivazione e miglioramento dei servizi di raccolta, del trattamento e smaltimento dei rifiuti. Benevento è uno dei comuni ricicloni più fiorenti d’Italia ma soffre una vera e propria mancanza di impianti. L’incontro ha avuto l’obiettivo di analizzare le innovazioni in materia di regolazione Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, per una più attenta gestione dei rifiuti urbani e per puntare l’attenzione sugli impatti amministrativi, gestionali ed economici che ne deriveranno per i comuni al fine di far convergere le diverse dimensioni territoriali verso standard comuni e omogenei a livello nazionale.
Infatti Ferdinando Di Mezza, consigliere Assoambiente ha esortato: “Occorre puntare sulla qualità. Benevento è prima in Campania sulla raccolta differenziata. Ma bisogna però ricordare che non c’è stata una riduzione sui costi per le famiglie. Ci sono costi di smaltimento elevati soprattutto per la frazione organica che va tutta fuori Regione. Ci sarebbero grandi vantaggi se ci fossero impianti di trattamento”.
Proprio il direttore Ambiente e Servizi idrici di Arera, Lorenzo Bardelli ha parlato di un percorso che punta a convertire il sistema classico di raccolta e smaltimento in un meccanismo all’insegna della sostenibilità e indeficienza. Dopo i saluti introduttivi del vice sindaco Francesco De Pierro e del presidente facente funzioni Nino Lombardi che ha spiegato: “Noi come istituzioni dobbiamo essere attenti e pronti a difendere l’interesse e la ricaduta nel nostro Sannio”. Massimo Romito dell’Ato Rifiuti ha spiegato: “Tutti i sette Ato campani potranno lavorare in maniera unitaria. Purtroppo si sconta il ritardo dei comuni, anche se quella di stamattina è un altro passo in avanti per la tutela del servizio rifiuti. Lo ritengo imprescindibile”. Nota dolente gli impianti nel Sannio: “Dobbiamo dirimere sul piano d’ambito. Era già pronto a dicembre scorso, ma il consiglio non si riunii a febbraio. Solo dopo questa importante consiglio potremo assumere le decisioni del caso”.
E’ intervenuto Chicco Testa Presidente Assoambiente che ha spiegato: “Abbiamo bisogno di un sistema di regole chiaro e semplice. Siamo bravi a complicare le cose semplici e sui rifiuti le abbiamo complicate in maniera terribile”. Testa ha poi sottolineato il problema di impianti: “I cittadini devono dialogare con i propri amministratori. Dovrebbero protestare per la mancanza di impianti. Si pagherebbero meno tasse. Nel mezzogiorno questa è la situazione. Servirebbero impianti di trattamento e smaltimento rifiuti. Bisogna prendere decisioni importanti. Bisogna puntare sulla raccolta differenziata e sui termocombustori”.
In Campania mancano impianti per il trattamento della frazione umida. Giovanni Caucci Partner Agenia – Esperto di regolazione industriale e tariffaria del settore Rifiuti e dei settori regolati ha parlato di una pianificazione sui flussi di smaltimento per i servizi erogati: “Avremo cosi certezze e più regole. Ci saranno i giusti ricavi per le imprese e non avremo tanti costi per i cittadini”.