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Benevento – Nel firmamento della danza brilla la stella di Michele Morelli, ed è una stella che illumina anche il nostro Sannio. Classe ’94, il ballerino del Teatro Massimo di Palermo ha mosso i primi passi sul palcoscenico proprio in provincia di Benevento. E’ nato a Vinnycja, in Ucraina, ma la sua vita è cambiata quando una famiglia di Campolattaro lo ha adottato poco prima che compiesse quattro anni. Oggi è uno dei professionisti affermati del settore, apprezzato dal pubblico e dalla critica, che ha inteso consegnargli di recente il premio “Ballerino italiano 2022” presso il teatro Tina De Lorenzo di Noto. Un premio conseguito con la futura moglie Linda Messina, vincitrice per la categoria femminile, che lo aveva accompagnato anche nel trionfo padovano per il Premio Nazionale “Sfera d’Oro per la Danza 2021″
La vita nel territorio sannita ha definito i contorni dell’infanzia di Michele. Sono trascorsi quasi vent’anni da quella che ama ancora definire “una folgorazione”.

Le immagini gli sono ancora chiare, schegge impazzite che lo riportano indietro nel tempo, all’età di sette anni. “Mia cugina Michelina faceva danza, io e la mia famiglia ci recammo a Benevento per assistere a un suo saggio. Fui rapito dalle luci e dai colori del palcoscenico, si trattò di un colpo di fulmine. Lì capii quale sarebbe stata la mia strada”. E così, da un giorno all’altro, come capita con le passioni più forti, disse addio al pallone con cui giocava in cortile per sperimentare qualcosa di estremamente nuovo.

I primi passi sulle note di Michael Jackson

“Guardava i video di Michael Jackson e mi accorsi che i passi gli riuscivano alla perfezione”, dice mamma Rita. “Lo iscrivemmo alla Scuola di Danza di Simona Morelli, che aveva una sede anche nel nostro paesino. Da lì in avanti è stato un crescendo”, racconta orgogliosa sfogliando l’album dei ricordi e pensando a quando con il marito Pasquale accolsero con un atto di amore puro il piccolo Michele. Era il 2 luglio 1998, giorno della Madonna delle Grazie. “Non è una data qualunque per noi beneventani – dice -. Insieme ai nonni Michele, Nazareno, Pacina e Amodia e la zia Pina lo interpretammo come un segno del destino”.
In questa porzione di Alto Tammaro, a pochi passi dalla diga che accarezza luoghi di immaginifica quiete, è sbocciato il fiore di Michele: “In principio facevo sia hip hop che danza contemporanea, ma con la pratica e con il tempo scattò un’altra scintilla: compresi che avrei dovuto virare sulla classica. A dodici anni mi trasferii a Napoli, alla Scuola del Teatro San Carlo. Non nascondo che sia stata dura – ammette -. Quando ti ritrovi a vivere da solo a quell’età sei costretto a crescere velocemente. E’ per questo che mi sono sentito maturo fin da piccolo, volevo vivere il mio sogno a tutti i costi”.  

Prima di salutare la Dormiente, Michele ha avuto modo di vivere la scena del Teatro Vittorio Emmanuele, riaperto solo di recente: “Non torno a Benevento da ormai diverso tempo, spero di riuscire a programmare presto un viaggio. Sono sempre felice quando un teatro riapre al pubblico, è fonte di ricchezza. Ricordo che da bambino mi esibii su quel palco ricevendo il premio Strega riservato ai giovani ballerini. Un altro frammento nostalgico che porto nel cuore come la mia gioventù a Campolattaro, in una famiglia calorosa e accogliente”. 

Michele, la gavetta, il sogno e l’amore

Michele MorelliDopo i due anni al San Carlo di Napoli, quattro anni di studio a Roma, dove si è diplomato alla Scuola di Danza del Teatro dell’Opera. Dal 2016 è al Teatro Massimo di Palermo, interpretando nel tempo mansioni da solista e primi ruoli: “Bisogna avere il fuoco dentro perché quella di noi ballerini è senza dubbio una vita sacrificata – ammette -. Non è facile mantenere certi ritmi sia sul piano fisico che psicologico, devi credere fortemente in ciò che fai perché si lavora anche sei ore al giorno per curare ogni minimo dettaglio e preparare il corpo”.

E tra una sessione e l’altra dovrà esserci spazio anche per altri preparativi, quelli per l’imminente matrimonio a Piazza Armerina, in provincia di Enna: “Il 30 giugno sarà un giorno speciale per me e per Linda. Ci siamo conosciuti in questo ambiente e abbiamo coltivato fin da subito una forte affinità. Danzare insieme aiuta, ma c’è tanta sintonia anche al di fuori della scena”.

Michele MorelliLe origini ucraine richiamano inevitabilmente a una riflessione sulla guerra: “Al di là della mia storia personale, questa vicenda è qualcosa che ferisce profondamente. Non è una questione di bandiere, di nazionalità o di appartenenza, quanto di umanità. Trovo tutto inaccettabile e ingiustificabile, perché non c’è alcuna spiegazione alla violenza. Spero che la guerra possa finire presto e che tutti possiamo allontanare il turbamento chr ci pervade da molti mesi”.