Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Luigi Barone (Lega).
“Quando, oltre due anni fa, vennero da me, allora presidente dell’Asi di Benevento, Mario Ceccarelli e Franco Basile, il primo un consulente di livello nazionale e il secondo un ottimo e affabile imprenditore che purtroppo non c’è più, per propormi nell’area Asi di Ponte Valentino un investimento importante nella produzione di pannelli fotovoltaici e batterie al litio chiesi i livelli occupazionali e chi erano i proponenti. La risposta fu: saranno assunti oltre 300 giovani e l’azienda sarà lituana. Sul piano occupazionale la notizia era ottima, sul gruppo lituano ebbi qualche dubbio ma feci alcune verifiche con l’ambasciata e diversi amici e mi fu confermato che il Ceo della società era il presidente degli industriali lituani. Dunque, diciamo una garanzia! Demmo il via libera all’investimento come Asi, facemmo una serie di incontri istituzionali e la conferenza stampa di presentazione a Benevento, quindi la firma del contratto di sviluppo a Roma con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e l’Ad di Invitalia Bernardo Mattarella.
Tutto sembrava procedere per il verso giusto poi, onestamente, iniziai ad avere qualche dubbio… cioè da quando Solitek, e siamo alla fine del 2023, non ha perfezionato dalla Dueffe srl di Basile l’acquisto del compendio industriale, atto indispensabile, necessario e propedeutico per l’avvio del cantiere, pena la decadenza del contratto di sviluppo di circa 31 milioni di euro.
Una proroga, poi un’altra proroga e arriviamo a inizio luglio 2024, allorquando la Solitek chiede ancora un’altra proroga ad ottobre 2024 ma la Dueffe per concedere un ulteriore prolungamento del preliminare fa proprio il detto ‘pagare moneta, vedere Cammello!’ ma a quanto pare di euro non se ne sono visti e finora non se ne è fatto nulla, per cui la Solitek al momento non avrebbe più alcuna prelazione sui capannoni, scaduta nella prima decade di luglio scorso.
Mentre passano i mesi, i timori che l’investimento salti aumentano e un dato è certo: essendo un contratto di sviluppo a valere su fondi Pnrr il capannone dovrebbe essere completato e in esercizio per il 30 giugno 2026.
Intanto nulla esclude che Basile, proprietario e possessore del capannone ex Monier che deve ricevere dai lituani un bel po’ di quattrini per il rogito, potrebbe vendere o fittare l’opificio ad altra azienda, determinando la decadenza del Contratto di Sviluppo e quindi si metterebbe la parola la fine all’investimento Solitek.
Ma c’è anche altro. Da un’attenta analisi del gruppo proprietario di Solitek, Bod Group, emergono ulteriori preoccupazioni. Nelle settimane scorse l’azienda lituana, per finanziare le proprie attività in patria ha emesso un bond (fino a 4000 obbligazioni) rivolto agli investitori in Lituania e Lettonia dal valore nominale di 1000 euro, dunque per un valore totale di 4 milioni di euro, con un tasso di interesse annuo sul valore nominale pari all’11% annuo.
Personalmente, per il Sannio e per le aree interne, spero ancora, anche perché la speranza è l’ultima a morire, che i problemi della Solitek si risolvano presto e che l’investimento possa ancora farsi con o senza i lituani, con o senza nuovi soci, con o senza nuovi ingressi. Diversamente tutte le istituzioni locali piuttosto che continuare a dire che tutto procede bene, a fare inutili incontri e a promuovere visite inefficaci, dovrebbero impegnarsi affinché si possano trovare idonee soluzioni per evitare di perdere l’investimento che, ricordo, ha un finanziamento Invitalia di circa 31 milioni di euro.
Per quanto mi riguarda continuerò a lavorare, come ho fatto nei giorni scorsi a Roma, affinché si possa trovare una soluzione, anche coinvolgendo investitori pronti a credere nel progetto, che eviti al Sannio danno e beffa. Non è semplice ma abbiamo l’obbligo di provarci!”