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Non dobbiamo dimenticarci del carcere”. Questo l’accorato appello alla cittadinanza e alle Istituzioni lanciato dall’Arcivescovo mons. Felice Accrocca nel corso del pranzo natalizio che era stato organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio di Benevento nella Casa Circondariale di Benevento di contrada Capodimonte con circa 120 detenuti, quelli più indigenti. L’evento, curato da Antonio Mattone, responsabile della Comunità di Sant’Egidio, giunto al suo settimo anno per rimarcare la necessità di gesti concreti di solidarietà nei confronti delle persone più fragili, ha visto la partecipazione del Prefetto Rafaella Moscarella, del sindaco di Benevento Clemente Mastella. Presente questa mattina anche il comico Lino D’Angiò e il garante comunale dei detenuti Maria Giovanna Pagliarulo. Il pranzo è stato invece curato dalla dirigente, dai docenti e dagli allievi dell’Ipsar “Le Streghe” e dalla Coldiretti di Benevento. Ad accogliere le autorità, il direttore della Casa Circondariale di Benevento Gianfranco .

L’arcivescovo ha sottolineato: “E’ dannoso per la società pensare soltanto di buttare la chiave, come si dice di solito. La pena che si infligge deve avere una finalità che curi a recuperare una persona che quando esca dal carcere non torni a delinquere. Ogni persona ha una storia a sè, ha una sua dignità. Non dobbiamo mai dimenticarlo”.

L’arcivescovo ha sottolineato come gli ospedali il carcere le scuole sono luoghi simboli per le fragilità: “mi preoccupa come l’ Europa possa pensare di alzare gli investimenti sulle armi e poi si faticano a trovare fondi per queste situazioni difficili”.

L’Ipsar con la Comunità di Sant’Egidio ha proposto un menu appetitoso: antipasto formato ad sformatino broccoli e patate con verdure grigliate e formaggi, un primo con cannelloni con fonduta di pistacchio, poi il gulash con piselli e poi i dolci con una torta red velvet, un panettone e i torroncini.

Antonio Mattone della Comunità Sant’Egidio ha illustrato la giornata odierna con queste parole: “Veniamo qui da 7 anni. Una scelta ben precisa di festeggiare il Natale chi vive in una comunità ristretta . Bisogna pacificare , aiutare queste persone a ritrovare se se stessa e non sbagliare più. Possono essere una risorsa per questa società. Ma l’aria che tira è di rancore e vendetta”.

Il sindaco Mastella ha spiegato: “Non bisogna dimenticare chi è recluso. Il Papa lo fa spesso come il mondo cattolico. Bisogna dare respiro e spazio a loro”. Il primo cittadino ha poi concluso: “Un altro indulto come lo feci io da Ministro la vedo molto dura in questo Parlamento, credo si impossibile”-

L’attore Lino D’Angio ha spiegato: “Cercare un minimo di monumento di buonumore in queste giornate. Stare assieme a tavola, è un messaggio straordinario. Si riesce nel piccolo di dare un minimo di luce in queste giornate”.