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Benvenuti in quella che, a torto, è stata da sempre definita l’isola felice. Sarà per le sue dimensioni ristrette, sarà per il fatto di conoscersi più o meno tutti, sta di fatto che la sensazione è sempre stata di una città, Benevento, lontana da concetti come quelli legati alle baby gang.

E invece non è così e sono i fatti ad andare in ben altra direzione. Un padre che vede la figlia accerchiata, picchiata e rapinata da un gruppo di ragazzine, aizzate e riprese da altri, per un motivo che non esiste, deve far alzare l’attenzione su un fenomeno che sta diventando spiacevole abitudine nella cittadina sannita.

Una decina di casi tra il capoluogo e San Giorgio del Sannio che devono servire a far capire che il fenomeno va affrontato e abbattuto.

Immagini eloquenti: una scusa per portare la malcapitata, molto spesso sconosciuta, e la provocazione con aggressione in una zona di passaggio, Piazza Roma, e in un orario ben lontano dalla notte fonda. Il tutto tra colpi duri, strattoni, capelli tirati e, nel caso del genitore che ha mostrato il video, anche il furto di un telefono che non è riapparso più. Il contoro è fatto di ragazzi che incitano e riprendono coi cellulari per ripostare su Tik Tok, il teatro di questa ‘moda’. Età dei protagonisti e delle vittime? Bassa, molto bassa.

E sono tanti i colpevoli di situazioni del genere: dai ragazzi, alle istituzioni, dai mancati controlli e uin impianto di videosorveglianza che, ormai, ha tempi biblici per la messa in funzione. 

Ragazzi aggrediti, che spesso non parlano e che portano dentro il dolore di colpi che non toccano solo il corpo. Un dolore per genitori che pensano di lasciar i propri figli in libertà e che invece se li ritrovano in casa col corpo pieno di lividi e gli occhi pieni di paura.