Tempo di lettura: 3 minuti

La scure abbattuta sulla scuola pubblica colpisce soprattutto le zone più fragili del Paese, come nel Sannio.

La Federazione Lavoratori della conoscenza (FLC) e la CGIL, a Benevento, chiamano alla raccolta e alla partecipazioni iscritti, cittadini, docenti, dirigenti scolastici e cittadini eletti alla guida delle istituzioni locali come pure esponenti dell’associazionismo civile (LIBERA e ANPI) dirigenti regionali e Nazionali, con la partecipazione del segretario regionale Ottavio De Luca SEGRETARIO FLC CGIL CAMPANIA e Gianna Fracassi SEGRETARIA GENERALE FLC CGIL NAZIONALE.

Lo scopo: rompere la consegna del silenzio su dimensionamento scolastico regionale e autonomia differenziata di cui, a parte qualche diretto interessato, nessuno sente parlare. Tali provvedimenti, per dirla con le parole della Segretaria della FLC di Benevento, Evelina Viele, porterebbero, nel Sannio beneventano, a un decurtazione del 25% delle autonomie scolastiche e un implosione delle aree interne allocate a ridosso della dorsale appenninica.

Le fanno da eco, gli ospiti intervenuti,  in particolare Zaccaria Spina PRESIDENTE ANPCI CAMPANIA Luciano Valle  SEGRETARIO CGIL BENEVENTO, Nino Lombardi PRESIDENTE PROVINCIA DI BENEVENTO, sostanzialmente preoccupati della tenuta economica e sociale dei nostri territori ai colpi  di questi provvedimenti; sul fronte scolastico, perdere presidi di legalità, cultura della legalità e potenti centri di aggregazione come gli istituti scolastici è un’altra povertà cui i nostri territori andranno incontro se non si cercherà di ridimensionare il taglio almeno per le aree interne.

Rincara la dose, Maria Rosaria Ricci LIBERA BENEVENTO: Non esiste solo Caivano, è il monito: meno servizi vuol dire, gioco forza, meno diritti e il dilagare di condotte e nuovi scenari criminogeni in aree che già vedono crescere l’infiltrazione delle mafie.

La segretaria nazionale della FLC Gianna Fracassi, senza giri di parole definisce questi provvedimenti come una mera operazione di speinding review, eccessivamente penalizzanti per l’intero paese, non solo per le aree interne o per il centro-sud. La segretaria si dice sorpresa del silenzio intorno alle questioni di cui la CGIL si sta facendo carico per creare massa critica.

La Fracassi definisce senza senso la logica che ha portato a decide che ben 23 materie di importanza vitale per l’economia e la società italiana siano attribuite alla competenza delle regioni: il rischio è quello di riproporre il modello sanità e del turismo medico/clinico per chi potrà permetterselo. Una scelta del genere, sottolinea la Fracassi , ha una sola logica: quella di chi ha “deciso di partire o “dipartire” dal resto del territorio”, scelta che definisce antistorica

A giorni, è previsto l’esito del ricorso che CGIL ed anche le regioni hanno promosso contro i provvedimenti in questione. La speranza è quella di provare a fermare l’approvazione di queste riforme: per questo bisogna chiarire che niente è ancora definitivo e tutto può ancora essere possibile; non vivere questa fase di riforma come ineluttabile è lo sprone della CGIL. Pertanto, chiarisce e mette in guardia, La Fracassi  dichiara che se la chiamata alla responsabilità alla partecipazione e alla discussione, pur arrivata da diversi fronti, si trasformerà in una pacifica chiamata a dividersi fra tutti ed equamente la responsabilità di “indorare la pillola” a quelli che sono tagli alla spesa pubblica e lo spezzettamento dell’unità nazionale allora la CGIL non ci sta e non ci starà!