Ai piedi dell’Arco di Traiano, il 1° Maggio rivede insieme Cgil, Cisl ed Uil, dopo tanti eventi anche rilevanti da separati in casa, per celebrare l’appuntamento più importante dell’anno per chi è parte essenziale del fondamento stesso della Repubblica, come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione. Le Confederazioni sindacali nel Sannio, determinate a dare battaglia al Governo sui temi dell’economia e dell’occupazione, pur riconoscendo che nella provincia si registrano dati e percentuali lievemente in rialzo rispetto al recente passato e persino in controtendenza con l’andamento regionale, non hanno rinunciato a manifestare tutta la loro indignazione e la loro voglia di lotta contro la piaga della carenza delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro, pesante emergenza per il nostro Paese. Quello che desta profonda preoccupazione e spinge ad una forte denuncia il mondo sindacale è anche il persistente fenomeno sociale della fuga di tanti ragazzi e ragazzi verso altri lidi: il dato drammatico delle statistiche evidenzia come ogni anno il Sannio perde 4.000 giovani che vanno a trovare occupazione o una nuova vita altrove.
Un clima difficile, insomma, quello che ha accompagnato le celebrazioni del lavoro in questa provincia che, nonostante le sue enormi potenzialità sotto numerosi profili, non riesce ad essere attrattiva per i più giovani, mentre chi il lavoro ce l’ha lamenta che il tessuto economico non è trascinante. Ancora una volta dunque, come nel passato, i temi trattati da Cgil, Cisl e Uil sono stati: giustizia sociale, pace, lavoro, welfare e sanità pubblica al collasso. Presenti i tre segretari provinciali Luciano Valle, Fernando Vecchione e Luigi Simeone. Hanno partecipato alle celebrazioni anche Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo uscente, e il consigliere regionale del Pd Mino Mortaruolo. Presenti anche le associazioni delle Acli.
Valle della Cgil nel suo discorso ha sottolineato: “Vogliamo rilanciare con forza da qui il tema della sicurezza. Non è più possibile assistere a quello che avviene quotidianamente. Ogni giorno si contano purtroppo deceduti. Servono soluzioni idonee”. Sul dato occupazionale nel Sannio, che appare in crescita, Valle ha voluto però smorzare gli entusiasmi: “E’ una piccola goccia nel dramma di questo territorio. Si perdono residenti e si perdono servizi essenziali, si è persa la speranza per il futuro. Abbiamo a che fare con un lavoro precario, un lavoro a tempo determinato. Tra dieci anni ci troveremo un territorio povero, anziano e senza servizi”.
Valle, dopo questa fosca previsione, ha concluso affermando come il 1° Maggio nel Sannio non può essere celebrato con salti di gioia ma, al contrario, ha scandito la necessità che bisogna lottare con la massima forza per denunciare le tante storture del sistema. La sua ricetta resta la seguente: “è importante la sinergia sindacale. Noi rilanciamo con forza le difficoltà del territorio”. Simeone della Uil ha detto: “Abbiamo dato un segnale al territorio essendo presenti quest’oggi in maniera unitaria. Le aree interne sono quelle maggiormente colpite da questa crisi: sappiamo cosa ha in mente il Governo sui temi del lavoro. Pensare di aver messo mano al lavoro promettendo 100 euro a famiglia in più è inaccettabile. Chiediamo la detassazione degli aumenti contrattuali mentre il Governo propone mancette, noi chiediamo una procura per gli omicidi sul lavoro e loro danno la patente a punti. Siamo su due mondi diversi. Stiamo facendo politica? Sì, la facciamo ma in questo paese deve cominciare a farlo”.
Infine Vecchione della Cisl ha spiegato: “Poniamo sotto osservazione l’autonomia differenziata e il dimensionamento scolastico, due tematiche che il Sannio potrà pagare molto”.
La vice presidente del Parlamento Europeo Picerno ha attaccato: “Troppo spesso si muore sul lavoro e troppo spesso i diritti vengono calpestati. Per questo è fondamentale essere in piazza. Le proposte del Governo sono insufficienti, non si risolvono così i problemi dei lavoratori”.