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L’incontro sugli Stati Generali dei settori giovanili è stata l’occasione per ascoltare il parere di numerose persone, tutti qualificati a poter avere voce in merito e dare il proprio contributo alla rinascita di un movimento che ha bisogno di essere ricostruito dal basso. Senza distinzione di sport, il tema è stato trattato da esponenti di Federazioni e società differenti. E tra questi c’era Saby Mainolfi, responsabile del settore giovanile della Juve Stabia, premiato come migliore in Serie C, uno che, in tema di giovani e programmazione giovanile ne ha da dire eccome.

Si parla sempre della poca ‘strada’ nei ragazzi di oggi – così è iniziato l’intervento di Mainolfiora o riasfaltiamo e cementifichiamo tutti i campi o troviamo la soluzione.
I tempi del calcio di strada, dove la nostra generazione si è fatta le ossa, trovando quella coordinazione motoria e quell’invettiva, non torneranno più, che facciamo??? Troviamo soluzioni, iniziando dal coraggio di far giocare i giovani e forse mettere da parte un po’ i risultati”.

Uno degli aspetti che spesso è stato affrontato per spiegare la mancanza di calciatori italiani è quel Decreto Crescita che ha aperto le porte agli stranieri per vantaggi oggettivi nei costi.

Benefit fiscali che sono andati a discapito dei nostri ragazzi poi, però, con lo ‘Ius soli’ restiamo indietro anni luce rispetto agli altri paesi europei. Ma non c’è solo questo. Allarghiamo l’orizzonte e ci accorgiamo che le infrastrutture sono carenti e si fanno poche ore di educazione fisica nelle scuole. Lo sport insegna tanti valori: rispetto, sacrificio, appartenenza e aggregazione. Assurdo sapere che molte scuole creano difficoltà ai ragazzi che fanno sport agonistico, quasi come se fosse un reato”.

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