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Benevento – Le occasioni sono finite. Il sipario sul campionato di serie B 2021/22 è calato ieri, in un’altra triste serata per i colori giallorossi. Sarebbe cambiato poco per il Benevento, ma quel poco rischia di fare tutta la differenza del mondo. La Strega avrebbe potuto chiudere al massimo in sesta posizione la stagione, dopo aver dilapidato innumerevoli opportunità. Sul rettilineo finale, invece, i giallorossi si sono fatti superare in volata dall’Ascoli e adesso dovranno chiedere strada proprio ai bianconeri per rinviare le vacanze estive e provare a coltivare una speranza. Quel poco significa doversi giocare lo spareggio play off fuori casa e con un solo risultato a disposizione, mica bazzecole per una squadra in piena involuzione e brutta copia di sé stessa.

Classifica a parte, a deludere è stata soprattutto la prestazione di una formazione che fatica a ritrovarsi. La Strega ha smarrito la propria identità e con essa ha perso quelle certezze che si era faticosamente costruita in una stagione altalenante e discontinua. Oggi, parliamoci francamente, nessuno scommetterebbe un euro sui ragazzi di Fabio Caserta. Sarebbe un azzardo troppo grosso, nonostante sia vero quanto dichiarato dallo stesso tecnico di Melito di Porto Salvo nel post partita con la Spal: ai play off non ci sono favorite e tutto si azzera, quanto fatto nell’arco del campionato non conta.

Giusto, ma la condizione fisica e soprattutto quella mentale dei giallorossi non fanno certo pendere l’ago della bilancia verso il piatto dell’ottimismo. Una squadra svuotata di idee e contenuti, incapace di compiere più volte l’agognato salto di qualità. Un gruppo rimasto schiacciato dal peso delle pressioni, nonostante le dichiarazioni (di facciata) della società, alla luce dell’ipotetico progetto triennale, fissassero nei play off l’obiettivo da centrare. Un traguardo tagliato da tempo e che avrebbe dovuto far vivere un finale di stagione con meno ansie e minori turbamenti.

Prima o poi, però, ci si ritrova costretti a fare i conti con la realtà. Eloquenti, allora, sono ancora le parole di Fabio Caserta: “Questa squadra, quando ha perso di vista l’obiettivo centrale, ha avuto un problema di natura mentale“. Perché l’obiettivo, in un torneo deludente e livellato verso il basso, è stato sempre l’immediato ritorno in serie A: da centrare subito e non nell’arco di tre anni come organico e stipendi imponevano, possibilmente in maniera diretta e senza passare per i play off. 

Il destino, invece, ha messo il Benevento davanti agli spareggi, da affrontare nel momento più delicato della stagione. Caserta si ritrova davanti a un bivio, due sole le strade possibili: riscattarsi, conquistando la A e provando a tenersi la panchina sannita, o rassegnarsi, andando incontro a un destino che pare segnato. Non ci sono vie di fuga alternative, non ci sono ulteriori possibilità. Al Benevento ne è stata offerta un’altra, l’ultima per provare a cambiare il finale di una storia che, in questo momento, appare scontato. La promozione come panacea di tutti i mali, che non sono certamente imputabili esclusivamente all’allenatore calabrese.