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“L’unica risposta che la politica sannita ha dato sinora alle gravi siccità, figlie dei cambiamenti climatici in atto, è stata la scelta della gestione mista pubblico/privato, concedendo quasi la metà della gestione idrica agli speculatori finanziari, che non esiteranno a farci pagare l’acqua a peso d’oro in un futuro, oramai alle porte. Non paghi di questo, i nostri amministratori locali stanno per consentire la realizzazione a Benevento del più grande campo da golf del sud Italia, per una superficie pari a 90 ettari di terreno”. Così in una nota Giovanni Seneca, presidente del Comitato Sannita Acqua Bene Comune

“Avete capito bene: proprio ora – scrive – che la risorsa idrica inizia a scarseggiare in tutta Italia, la fantasia della nostra classe dirigente ha superato ogni immaginazione, con la “brillante idea” di realizzare una struttura che promuove lo sport con maggior impatto ambientale e maggior spreco della risorsa idriche. Secondo un report realizzato nel 2019 dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente) il consumo di acqua rappresenta uno degli aspetti fondamentali nella gestione di un campo da golf. Secondo la Federgolf, nelle condizioni climatiche italiane, si può stimare un consumo medio annuo di circa 100.000 metri cubi per un impianto medio con superficie totale di circa 60-75 ettari e, considerando un consumo idrico incentrato soprattutto nei mesi di luglio ed agosto, si possono prevedere sino a 24-25.000 metri cubi di acqua consumata per ciascun mese. Nel sud Italia questi valori possono aumentare del 50-60% arrivando a circa 40.000 metri cubi al mese. Questo vuol dire che ogni 24 ore un campo da golf si beve la stessa quantità consumata da un paese di 8.000-9.000 persone. Comunque la si metta si tratta indubbiamente di una quantità non trascurabile: un dato che diventa uno schiaffo agli oltre 2 miliardi di persone che nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile.
La politica locale ha giustificato l’approvazione della modifica al piano urbanistico, sostenendo che l’opera non comporterà nessuna spesa da parte dell’amministrazione in quanto l’opera sarà realizzata con investimenti privati, producendo un grande sviluppo del turismo. Queste osservazioni sono tutte da dimostrare, visto che il golf non è ancora diventato lo sport nazionale italiano ed è praticato da un ristretto numero di appassionati, che non saranno certamente in grado di rivoluzionare l’economia turistica del Sannio. È certo, invece, l’influenza negativa che la struttura avrà dal punto di vista ambientale per i nostri territori, oltre che per il consumo di acqua, anche perché un campo da golf può indurre forti impatti sulla qualità delle acque sotterranee, cioè quella contenuta nella falda acquifera, in funzione della quantità di pesticidi, fitofarmaci e diserbanti necessari al mantenimento del green.
Sarebbe auspicabile, invece, investire energie e risorse in altri sport più praticabili dalla maggior parte della popolazione, atteso che la provincia di Benevento ancora non è stata in grado di ristrutturare il campo Coni di Benevento (unica struttura sannita interamente dedicata all’atletica leggera) riunendo i due finanziamenti della Regione Campania e dello Stato per un importo superiore ad un milione di euro (ci auguriamo di essere presto smentiti). Riteniamo che il ripristino del “Campo scuola” del rione Libertà, ubicato in un quartiere popolare a forte rischio di devianza giovanile sia, al contrario del campo da golf, una scelta prioritaria in termini di sviluppo e promozione dello sport. L’economia reale di un territorio non si misura su gli investimenti delle multinazionali, ma sulla salute delle persone e su quanti bambini, giovani, adulti ed anziani si avvicinino alla sana pratica sportiva nei limiti consentiti dalle condizioni fisiche personali.
Il nostro appello è rivolto al presidente del consiglio comunale ed a tutti i consiglieri affinché valutino con coscienza critica e senza vincoli di appartenenza l’approvazione di questa variante urbanistica che, da quanto leggiamo dalla stampa locale, è ancora priva della V.A.S. (valutazione d’impatto ambientale). Speriamo che questa volta i consiglieri vadano in una direzione diversa da quella di precedenti delibere aventi ad oggetto l’acqua nelle quali, per dirla con Fabrizio De Andrè “La maggioranza è stata: come una malattia, come una sfortuna, come un’anestesia, come un’abitudine” (cit. dall’album Anime Salve – F. De Andrè 1996). Il nostro auspicio è che invece abbiano il coraggio di viaggiare questa volta in “direzione ostinata e contraria””.