Benevento – Play off ma non solo. La Soel Benevento si appresta a vivere l’epilogo di una stagione che è stata tanto simile a un calvario. Dagli imprevisti accorgimenti da apportare al roster a inizio campionato passando per il Covid, fino ad arrivare agli infortuni di giocatrici-chiave nella fase calda della regular season. C’erano tutti gli elementi per immaginare un finale senza fuochi d’artificio, eppure le beneventane sono lì a sfidare Salerno per sognare l’approdo alla finale per la serie A2.
Il vicepresidente esecutivo, Vittorio Mori, spiega che comunque nulla può essere ricondotto al caso: “E’ la nostra prima esperienza nel campionato di serie B, una sorta di anno zero, e si è rivelata molto utile soprattutto per fare esperienza. Non avremmo mai pensato di incontrare così tante difficoltà ma il modo in cui sono state affrontate e superate ci ha resi più forti. Anzi, ha reso più forti soprattutto le ragazze. A fine ottobre abbiamo riscontrato i primi contagi Covid, l’ultima negativizzazione l’abbiamo avuta a metà gennaio. E’ stato un periodo da incubo, in cui abbiamo giocato soltanto due partite in condizioni precarie. Le altre le abbiamo recuperate tra febbraio e marzo con ben 14 impegni in 40 giorni per un dispendio fisico e nervoso notevole. Il resto lo ha fatto l’anima di queste splendide combattenti. Nel corso della stagione abbiamo effettuato qualche innesto e subìto defezioni, ma le atlete che hanno battuto Angri ai quarti e ora si stanno giocando il campionato hanno davvero gettato il cuore oltre l’ostacolo. Siamo pronti a prenderci ciò che verrà ma quel che è certo è che non molleremo di un centimetro. Se le avversarie si riveleranno più brave faremo loro i complimenti come è nel nostro stile”.
Detto delle varie vicissitudini avverse, quello giunto alla sua fase conclusiva può definirsi, in un certo senso, anche un campionato di conferme: “Lo è perché abbiamo dimostrato che qualcosa di buono si può fare nel basket femminile anche a Benevento. Quando intraprendi una strada sono tanti gli inevitabili punti di domanda. Il fatto che abbiamo le idee chiare e che siamo riusciti a capire le criticità ogni volta, sapendo interpretare i momenti, lascia ben sperare per il futuro. Il nostro obiettivo principale attualmente non può essere vincere trofei ma formare giocatrici. E’ quello per cui dovremo lavorare a medio-lungo termine, solo così potremo pensare di alimentare il movimento cestistico nel territorio. Per farlo c’è bisogno di passione, di tecnici che sposino la causa e che credano nel nostro progetto. Pensiamo sia fattibile e dunque insisteremo su questo aspetto. E’ la ragione che ci ha spinti a gettare le basi per un’avventura che auspichiamo possa rivelarsi sempre più entusiasmante”