Nella serata dell’08 settembre 2024, presso l’Orto di Casa Betania, si sono incontrati il Comitato “Salvare le scuole Sala –Torre”, i movimenti politici “Altra Benevento è possibile”, un gruppo di docenti del Plesso Federico Torre-Nicola Sala e Civico22, hanno raggiunto la seguente sintesi su quattro obiettivi condivisi:
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evitare l’inutile abbattimento della Scuola Federico Torre;
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proporre una variante al progetto PNRR per la ristrutturazione della scuola che raggiunga il fine della messa in sicurezza sismica dell’immobile ed utilizzi il finanziamento del PNRR per la sua riqualificazione;
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non chiudere via Marmorale;
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ridurre il disagio degli studenti e dei docenti e, soprattutto, arginare i danni della perdita di un ecosistema scolastico per gli anni a venire, che seguirebbero alla parcellizzazione dei luoghi scolastici in tre plessi distinti rendendo di fatto impossibile lo svolgimento efficace dei prossimi cicli scolastici delle medie.
Le considerazioni che ci spingono a mobilitarci con urgenza sono le seguenti:
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L’amministrazione comunale sta procedendo all’abbattimento di uno storico plesso scolastico, perfettamente funzionante, allo scopo di creare un campus sulla base di un progetto ancora confuso, viziato da errori e violazioni urbanistiche e al piano traffico cittadino, e sottoposto a verifica da parte del Ministero dell’Istruzione che finanzia l’opera. Ci sono, inoltre, problemi manifesti nel punteggio attribuito dal Ministero relativamente al paventato pericolo sismico che potrebbero addirittura comportare un contenzioso con altri comuni che non hanno ottenuto il finanziamento. Inoltre, il cantiere è partito con ritardo ed ha la tagliola del PNRR, i cui interventi andrebbero conclusi entro termini perentori, pena la revoca del finanziamento. Si corre seriamente il rischio che il cantiere possa essere bloccato a causa di un progetto ancora carente di tante informazioni, e che non rispetterà i tempi previsti e che dovrà subire variazioni per l’armonizzazione con il PUC ed il piano traffico. Nel frattempo ci ritroveremo una scuola sventrata, un quartiere dormitorio privo di servizi scolastici ed una diaspora permanente degli alunni e dei docenti.
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L’amministrazione comunale ha già promesso in passato opere che non è riuscita a realizzare o che non ha realizzato nei tempi previsti. Per fare un piccolo elenco ad esempio:
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Scuola Bosco Lucarelli e scuola Silvio Pellico, abbandonate da oltre cinque anni senza un chiaro progetto, privando il Rione Libertà, zona “Addolorata” dei servizi scolastici;
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Malies (ex Piazza Commestibili), doveva essere completato nel 2021;
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Nuovo Terminal e nuovo punto di accoglienza per i pendolari, doveva essere completato nel 2020;
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Piazza Duomo, su cui ci sono mille proposte, ma in otto anni dell’attuale amministrazione nulla è accaduto a riguardo;
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Parco Cellarulo, abbandonato a se stesso dall’alluvione del 2015;
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Scuola Elementare Ponticelli, abbandonata dal 2016;
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Ponte Morandi, si era detto che a settembre 2024 sarebbe tornato funzionante, ma siamo evidentemente molto lontani dal risultato;
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Il Lapidarium all’Arco di Traiano montato e poi abbandonato, doveva servire per la stagione turistica 2024, conclusasi con un punto interrogativo per chiunque venisse da fuori a contemplare il nostro Arco e si chiedeva cosa fosse quella pensilina vuota ai suoi piedi senza alcuna spiegazione…
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Alla luce di queste incompiute, come possiamo affidarci ad una amministrazione che promette di abbattere e ricostruire un plesso scolastico così ingente in due anni?
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L’abbattimento della Federico Torre, ultimo esempio di architettura razionalista prodotto in città, spezza una visione architettonica complessiva del quartiere costituito da un’edilizia povera, che parte da piazza Risorgimento. Senza un chiaro piano urbanistico che si sostituisca alla precedente visione, ci troviamo di fronte ad un grosso azzardo, un’opera voluta solo perché finanziata, per offrire una funzione (campus scolastico) senza alcuna correlazione con una nuova visione dell’area, perché mai declinata, e senza alcuna strategia di comunicazione con le strutture già esistenti che potrebbero essere valorizzate, come ad esempio l’ Auditorium Calandra, in stato di abbandono , a cento metri dalla scuola che si vuole abbattere e ricostruire ed in cui è stato previsto un altro nuovo auditorium.
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Il dato che l’amministrazione comunale evidentemente ignora è che per tutto il tempo in cui la Federico Torre sarà abbattuta, l’istituzione scolastica sarà deturpata nei luoghi e nei modi; la formazione non è un fast food in cui poter somministrare “istruzione” in qualsiasi modo . Scompaginare la comunità scolastica significherà nuocere alla vita di centinaia di bambini e ragazzini che non avranno la fortuna dei loro compagni che frequentano gli altri plessi di godere di un ecosistema educativo; gli alunni saranno semplicemente utenti di aule di somministrazione in cui docenti-super eroi dovranno fare le gare per arrivare in tempo nei cambi d’ora tra Capodimonte (col ponte Morandi forse percorribile a metà) e Pacevecchia, o da Capodimonte a via Bartolomeo Camerario, in pieno centro storico. Dire che in queste condizioni si potrà fare scuola nei prossimi anni, significa non aver compreso cosa sia davvero la Scuola. Riteniamo fondamentale individuare nuovi plessi scolastici unitari che siano davvero utili alla funzione suppletiva (non più di due), come ad esempio la scuola fino a ora in disuso a Ponticelli.
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L’amministrazione parla solo del suo ostinato piano A, abbattere e ricostruire in due anni, ma non corregge gli errori di progetto e non dice nulla rispetto ad un eventuale piano B: se qualcosa nel cantiere o nel progetto andrà storto (può sempre capitare nelle opere pubbliche), cosa farà per ridurre i danni di un blocco del cantiere negli anni a venire? Una volta abbattuta la scuola (che ad oggi è ancora agibile), cosa accadrà se poi dovesse verificarsi un problema qualsiasi, oggi non previsto? Inserirà anche la Federico Torre nella lista delle opere incompiute? Un conto è avere uno scivolone circa il piano turistico (il Lapidarium), altro è aver distrutto il cuore pulsante di un quartiere, e di una istituzione scolastica e non avere alcun piano alternativo al danno causato.
Per tutte le su esposte ragioni, i promotori di questo documento, non avendo ricevuto ragionevole ascolto né dall’amministrazione comunale, né dai consiglieri di maggioranza, chiedono:
- ai consiglieri di opposizione di promuovere un nuovo confronto urgente in consiglio comunale;
- che vi sia un confronto aperto tra le associazioni civiche e l’amministrazione comunale
Chiediamo all’amministrazione di accettare di rivedere il proprio progetto, di annullare l’abbattimento e di negoziare con il Ministero dell’Istruzione un nuovo progetto che preveda l’uso dei fondi PNRR per la ristrutturazione e la messa in sicurezza del plesso, ma non l’abbattimento totale dello stesso.