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““Che i residenti non vogliano sopportare qualche disagio, non mi sembra una ragione sufficiente per mandare all’aria un intervento finanziato con 17 milioni”. Questa la reazione del nostro sindaco alla petizione che da ieri si trova on line e che è stata organizzata dal comitato di quartiere della zona dove dovrebbero cominciare a breve i lavori per l’abbattimento delle scuole Sala e Torre. “Niente di nuovo” viene a noi da commentare: è la stessa risposta che l’assessore Pasquariello ci ha riservato quando noi insegnanti della scuola media Torre, diretti interessati dalla questione, come, d’altronde, gli abitanti e i commercianti del quartiere, abbiamo evidenziato le nostre serissime “impossibilità”. Per noi è stato definito “qualche disagio” organizzare un orario di diciotto ore settimanali per 70 insegnanti da avvicendarsi in circa 30 aule su tre edifici (di cui uno senza parcheggio); per i residenti “qualche disagio” “ritrovarsi per molti anni senza le scuole, con le attività didattiche in locali lontani dalle residenze degli studenti, con perdite economiche per i commercianti, grandi disagi per i residenti, traffico in tilt per una viabilità non idonea, un cantiere per lavori oggetto di sicure contestazioni”. Così in una nota i docenti della scuola “F.Torre” di Benevento

“Ma, e la domanda sorge spontanea, la politica dove è finita? Quella che – scrivono – considera e risolve i problemi reali della gente? Quella che, senza mandare all’aria un intervento finanziato con 17 milioni, tiene conto delle richieste serie degli “amministrati” e che interloquisce con loro per trovare la soluzione migliore a che ognuno possa continuare a svolgere il proprio lavoro e la propria quotidianità in maniera “decorosa”? Abbiamo già scritto che questo in un mondo ideale sarebbe avvenuto prima di qualsiasi altra decisione, ma la nostra nota è stata equivocata e rivoltataci contro: in un mondo ideale, ci è stato risposto, ci si sacrifica per la causa, in un mondo ideale, per non mandare all’aria un intervento finanziato con 17 milioni si sottopongono gli studenti ad un quotidiano disagio (non potendo sicuramente gli insegnanti riuscire ad arrivare in “orario” su tre sedi); si fa in modo che i docenti “scappino” da un quartiere all’altro (con il ponte S.Nicola che porta a Capodimonte chiuso non si sa ancora per quanto tempo); si individua una sede senza parcheggio in maniera che “la fuga” da un edificio all’altro sia complicata dalla ricerca del “posto” per la macchina (e ognuno di noi sa bene quanto sia “impossibile” parcheggiare per chi deve arrivare al centro storico). Noi pensiamo, invece, che non si voglia vedere e non si voglia ascoltare, che non si voglia fare Politica””.