Il recente report di CittadinanzaAttiva evidenzia che Benevento è tra le 10 città in cui la TARI è la più cara d’Italia, ricoprendo addirittura il quarto posto. I beneventani, nonostante si distinguano per la loro alta capacità di differenziare i rifiuti, non vengono premiati ma tartassati da una filiera istituzionale di area mastelliana– Comune, Provincia, ATO-che sembra gestire in modo discutibile tutto il ciclo dei rifiuti”. Così in una nota Ida Santanelli, Presidente circolo FDI “La città che sale” e consigliere comunale di Sassinoro.
“Discorso analogo – scrive – potrebbe essere fatto per le criticità nella gestione del servizio idrico integrato e le conseguenti bollette salate che la Gesesa s.p.a. spedisce agli utenti sanniti.
In questi giorni i media hanno anche riportato la notizia che Benevento, con un rincaro annuo per una famiglia media pari a 603 euro, si classifica all’ottavo posto tra le città con il più alto tasso di inflazione, oltretutto pur non offrendo ai cittadini servizi pubblici essenziali di qualità, come nelle città che la precedono nella classifica.
In una contingenza economica cosi difficile gli amministratori pubblici dovrebbero adoperarsi per efficientare i servizi, rispettando il criterio della economicità, in modo da aiutare le famiglie a ridurre i costi e, magari, dare anche un segnale di sobrietà, riducendo i propri emolumenti, invece di gonfiarli collezionando gettoni di presenza ben remunerati, come pare accadere al Comune di Benevento.
A fronte di un contesto socioeconomico cosi depresso e deprimente – documentato anche dai recenti rapporti della Caritas – non può che lasciare sbigottiti la recente inchiesta riportata da Il Fatto Quotidiano, dal quale si apprende anche l’imminente uscita di un dossier su alcuni concorsi pubblici banditi nel 2020 dall’Amministrazione provinciale di Benevento – presieduta da Nino Lombardi (NDC) – elaborato da Gabriele Corona con l’associazione Altra Benevento. A quanto pare emerge il sospetto che i suddetti concorsi potrebbero essere stati pilotati per sistemare parte del ceto politico, essenzialmente di area mastelliana; su 6 concorsi ben 5 posti a tempo indeterminato sarebbero stati vinti da esponenti politici. Sia chiaro che, per il momento, non sono emersi illeciti e, dunque, si evidenzia solo una macroscopica assenza di rispetto delle istituzioni da parte di chi dovrebbe governarle per tutelare gli interessi della comunità e, invece, in disprezzo della acclamata meritocrazia, sembra adoperarsi per aiutare amici e parenti.
E’ avvilente che le famiglie beneventane, oltre al danno economico di dover ripianare i buchi della cattiva gestione di alcuni amministratori, debbano subire anche la beffa di vedere i propri figli emigrare al Nord-se non all’estero- per poter lavorare, mentre, per i soliti noti, vengono costruite a tavolino brillanti carriere a due passi da mamma e papà!
Pare di dover amaramente constatare che nel Sannio si sia persa anche l’occasione di innescare una svolta con il PNRR, che avrebbe dovuto vedere Benevento esercitare la sua funzione di capoluogo di provincia come attore propulsore di un processo di sviluppo che creasse posti di lavoro, trainante per tutto il territorio attraverso metodi, competenze, risorse umane, che incidessero come agenti di cambiamento, innovazione, competitività, inclusione, coesione. Invece sembra che alcuni politici sanniti si siano distinti per aver fatto decollare le politiche attive del lavoro per se stessi, con un approccio decisamente autoreferenziale dei concetti di “occupabilità” e “inclusione”. Più che di “coesione territoriale per le aree interne”, ci si è preoccupati di garantire la coesione clientelare dell’area politica del centro mobile.
Come se non bastasse, si deve anche assistere allo scambio di reciproche accuse tra esponenti di NdC e dirigenti del PD- a certificare che trattasi di due facce dello stesso metodo clientelare nella gestione della cosa pubblica- mentre ai beneventani è concesso consolarsi facendo un giro sulla ruota panoramica di Piazza Risorgimento, riflettendo sullo scintillio delle luci dei McDonald’S, tra gli olezzi degli stand enogastronomici.
Credo che la classe politica abbia il dovere di far recuperare ai cittadini la fiducia nelle Istituzioni, restituendogli la speranza di poter imprimere un vero cambiamento attraverso l’esercizio del diritto di voto, il che avviene solo fornendogli esempi di serietà e correttezza, recuperando il senso della misura e condannando metodi da basso impero, indegni di una Nazione civile, di un territorio e di una città con la nostra storia e la nostra cultura.
Occorre mettere in campo una classe dirigente credibile e di qualità, a partire dalla rigenerazione di un centrodestra senza ambiguità e ammiccamenti che, sotto la guida di Fratelli d’Italia, si candidi a modernizzare il governo delle istituzioni, per proiettare nel futuro il Genius Loci di Benevento e del Sannio”.
Santanelli (FdI): “Beneventani tartassati, figli emigrati, amministratori pubblici sistemati”
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