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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del Comitato Acqua Bene Comune.

La bocciatura della Corte dei Conti di Sannio Acque s.r.l. dimostra che la gestione privatistica è assai pericolosa non solo per la politica, ma soprattutto per il futuro del nostro territorio. L’operazione inizia ad evidenziare le prime crepe e a fare acqua da tutte le parti, sia perché non fondata su solide basi giuridiche, sia perché tradisce la volontà popolare di 26 milioni italiani che nel 2011 avevano rispedito al mittente ogni tentativo di privatizzazione. La Giusriprudenza ha più volte affermato che la gestione del Servizio idrico integrato da parte di società a capitale interamente pubblico è il modello di natura ordinaria e non eccezionale nell’attuale contesto normativo – (Consiglio di Stato – Sezione V, 18/07/2017 n. 3554).

Il coordinatore Forgione, per difendere il suo castello di sabbia, cita una sentenza della Corte dei Conti che riguarderebbe la delibera di giunta del comune di Frosolone –IS- (la n.29 del 28.09.2022 se si riferisce ad essa). La confusione regna sovrana perché il caso del comune molisano ha ad oggetto l’adesione ad una società a totale capitale pubblico, dimostrando di non aver ancora capito o facendo finta di non comprendere, la sostanziale differenza tra una società privata ed una intermente pubblica (cosiddetta in house).

Il Comitato Abc nella seduta dell’Eic del 25.10.2022, quale unica associazione riconosciuta sul territorio a difesa dell’acqua pubblica, ha presentato una dettagliata proposta alternativa di gestione del servizio idrico, redatta dal prof. Lucarelli, nella quale si motivava in fatto ed in diritto che la gestione più conveniente resta sempre quella di un’azienda speciale, l’unico modello giuridico che viene fuori dal referendum del 2011, in quanto non fa utili e reinveste i soldi dei nelle reti idriche. In tutta risposta siamo stati cacciati fuori dall’aula insieme alla stampa, pur avendone diritto, quali portatori d’interesse riconosciuti dalla L. 15/2015. Le forze politiche di opposizione in quella sede non hanno presentato alcun modello alternativo, ma si sono astenute.

Invitiamo i cittadini a informarsi sulla situazione ed a resistere con tutte le forze ad ogni tentativo di privatizzazione dell’acqua bene comune. Il secondo appello è alla politica che vuole regalare per 30 anni l’acqua alle multinazionali. Davanti agli innegabili cambiamenti climatici ed alla grave siccità che stiamo registrando negli ultimi anni, lasciare la gestione della risorsa in mano alla finanza è un’autentica follia. Gli amministratori locali e nazionali, prima che sia troppo tardi, depongano le armi della strumentalizzazione per rivedere la scellerata decisione della gestione mista. Al centro del dibattito deve esserci il bene comune e l’interesse delle future generazioni, perché la gestione pubblica dell’acqua è il fondamento dello sviluppo dei nostri territori. L’acqua è la madre della vita e senza scelte condivise il nostro Sannio è destinato alla morte ed alla desertificazione.