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Durissima la contestazione al mondo politico ed alto il grido di dolore: queste le evidenze maggiori raccolte da chi ha seguito questa mattina il Convegno sul declino della sanità pubblica. I medici sono esasperati e lo hanno dimostrato presso la loro sede sannita al viale Mellusi a pochi giorni dal Natale.

Sono numeri sconfortanti quelli enunciati dai rappresentanti di una categoria che si sente offesa dalle istituzioni. Forte è la percezione poi che i medici della sanità pubblica vogliono essere considerati come professionisti di serie B rispetto alla sanità privata, sempre più privilegiata e adulata dal Governo che la sta favorendo sempre di più.

Il confronto per operatori sanitari e cittadinanza per discutere su Ospedali in difficoltà, a causa, soprattutto, di carenza di personale medico, perché, senza tanti giri di parole, i medici scappano dalla sanità pubblica e dallo stesso Paese perché altrove sono pagati molto meglio. Il 30% dei cittadini già possiede unassicurazione sanitaria privata e un altro 30% è propenso a realizzarne una per i prossimi 2 anni: il segnale è chiarissimo e i motivi sono evidenti a tutti e non c’é bisogno di grandi spiegazioni. Oltre il 57% degli italiani sarebbero propensi a pagare una tassa discopo sulla sanità. Oltre il 70% di un campione di italiani intervenuti sarebbe propenso a scendere in piazza per difendere la sanità pubblica.

Negli ultimi dieci anni sono stati cancellati oltre 28 mila posti letto, chiusi 95 ospedali, 11.000 medici sono scappati senza contare la carenza dei medici di famiglia e guardia e mediche. In tutta Italia sono 4 milioni di cittadini senza medici di famiglia.

Marisa De Luca, presidente Anmi, ha sottolineato: “La sanità è in forte declino, stiamo vivendo una forte crisi, il momento è drammatico, bisogna prenderne coscienza. La sanità è un diritto, un bene per tutti, è cuore pulsante della società. Bisogna salvaguardare il nostro diritto e far riacquistare fiducia nel medico. C’è necessità di essere curati”.

Il Presidente uscente dell’Ordine dei Medici di Benevento, Giovanni Ianniello, ha dal canto suo voluto ricordare alcuni aspetti: “Ci troviamo in un momento di riflessione e di scelta. Il nostro sistema sanitario per anni è stato il migliore, quarto posto a livello mondiale. Le scelte politiche degli ultimi anni hanno portato ad una modifica della sanita, è diventata più economicista che alla difesa dei diritti dei cittadini. I tagli effettuati sono stati effettuati in maniera discriminata e c’è sempre meno fiducia nel sistema sanitario nazionale e si cercano soluzioni alternative peraltro a pagamento. Questo non farò à altro che creare diseguaglianze, chi potrà permettersi cure private e chi meno. Un sistema sanitario meno perforante. Sarebbe necessaria una maggiore collaborazione da parte del mondo politico ma anche dei cittadini”.

Guido Quici Presidente del sindacato dei medici non è stato affatto tenero: “E’ una situazione che tende a peggiorare sempre di più. Una finanziaria che seppur mette tanti soldi li mette a vuoto, non c’è visione. Nel contesto dell’autonomia differenziata ci sono regioni con enormi buchi nei loro bilanci. Occorre invsetire nella sanita pubblica riaprire molti posti letto , riaprire gli ambulatori. Dare un offerta sanitaria migliore e maggiore”.
 
Numeri preoccupanti anche quelli enunciati da Pina Onotri, Segretario Generale dello SMI: “Non stiamo andando in una bella direzione ma verso una privatizzazione del sistema. Si dovrebbe rilanciare il sistema pubblico. Il nostro Paese è sempre stato forte per un sistema equo e accessibile. La criticità principale è quella dei medici”.