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L’attesa è stata lunga, specie se le intenzioni di partenza erano quelle di fare la lepre da subito. Il San Giorgio, però, ha dovuto aspettare prima di centrare il primo brindisi stagionale, rimettendo in piedi una classifica balbettante nelle prime giornate.

Nessun successo conseguito nel torneo di Prima categoria, quest’anno molto competitivo, tanti pareggi che hanno fatto salire malumore e rivedere le scelte iniziali, almeno alcune. Campagna acquisti faraonica ma punti pochi, attacco sterile e disattenzioni difensive che hanno portato la vetta ad essere già a distanza siderale.

Poi è scattato un clic nella testa, rivedere alcune decisioni fatte in estate e di colpo è apparsa quella scintilla che ieri ha condotto alla vittoria di Altavilla Irpina, contro la Michele Amodeo Monteforte. 

Sarebbe riduttivo fermarsi ai tre punti, è quello che ha detto la partita ad aver fatto vedere qualcosa di diversi. Gli errori sotto porta ci sono stati, qualche leggerezza che poteva costare cara pure. Ma è emersa la freschezza di una squadra e un equilibrio che, almeno fino a ieri, non c’era del tutto.

Spazio alla linea verde, coinvolgimento dei giovani del settore giovanile e giusto mix tra esperienza e fame. Una soluzione che può aiutare a riemergere e contenere anche i costi.

Al di là dei tre punti, che pure servivano come il pane, è questo il segnale da trarre per il presidente Campana. I nomi e l’esperienza da soli non bastano, possono aiutare ma non sono tutto: serve la fame, la voglia di correre più dell’avversario, la voglia di emergere e farsi spazio.

E’ bastato ridisignare squadra e gerarchie per avere una risposta diversa dal campo e cominciare quel percorso di risalita che è obbligatorio. Spazio a Pablo, Agrella, Pastore e Pellino per avere una forma diversa.

La strada è stata tracciata e sembra quella giusta: il San Giorgio ha esperienza da vendere e una linea verde che va curata, seguita e fatta emergere. Il tutto con l’aiuto dei grandi devono fare da guida.

Non pressata, perchè potrebbe arrivare l’esatto contrario, ma basta semplicemente assumersi la responsabilità di accettare anche errori. Errori che in futuro si trasformeranno in valore aggiunto per una società che ha voglia di fare le cose in grande.

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