Si terrà mercoledì prossimo, 28 dicembre, l’ultimo Consiglio Comunale dell’anno. Ai componenti dell’assemblea sarà richiesto il riconoscimento di diverse partite di debiti fuori bilancio. Tra queste, la più significativa riguarda la Samte, creditrice – in forza di un decreto ingiuntivo notificato a palazzo Mosti lo scorso 2 febbraio – di 1,5 milioni di euro. E proprio l’inclusione del caso Samte nell’ordine del giorno ha trasformato in un parto (pure abbastanza complicato) la convocazione dell’assise.
Il via libera della Capigruppo era infatti annunciato per ieri ma la mancata consegna di tutti i pareri consigliava al presidente Renato Parente il rinvio della riunione a questa mattina.
Alle 9.30, però, l’ok dei Revisori dei Conti ancora non arrivava: inevitabile l’ulteriore rinvio, anche perché – evidenziava Vincenzo Sguera, capogruppo in Aula di ‘Civici e Riformisti’ e segretario provinciale di ‘Azione’ – l’iter prevede che prima ancora della convocazione del Consiglio a esprimersi sulla proposta di delibera sia la commissione Finanze.
A sbrogliare la matassa, infine, la riunione (iniziata) alle 10 dell’Organo di Revisione del Comune. “Parere favorevole” – si legge a conclusione della nota firmata Graziano Serpico, Stefania Spinelli e Marco Lettieri. Per i tre revisori, la transazione che il Consiglio dovrà discutere e approvare è legittima ma anche conveniente per il Comune. E questo per tre ordini di ragioni: a) le favorevoli condizioni di pagamento della sola sorta capitale (tariffa) in quattro rate spalmate su tre annualità; b) il risparmio in relazione alla rinuncia da parte di Samte srl al pagamento delle spese legali, della quota interessi ad oggi maturata dalla domanda giudiziaria, pari ad € 113.222,83; c) il risparmio in relazione alla rinuncia da parte di Samte srl al pagamento della quota parte della fattura n. 702PA del 14.12.2018 relativa al calcolo degli interessi di mora non ricadente nella gestione OSL.
Ma la nota dei revisori fa chiarezza anche su un altro aspetto, la natura del debito fuori bilancio. Per il dirigente del settore Avvocatura, infatti, si tratta (il riferimento normativo è l’articolo l’art. 194 del D.Lgs. 267/2000) di una lettera “a” ovvero di un debito fuori bilancio derivante da sentenza esecutiva.
Per l’Organo di revisione, invece, la fattispecie è quella prevista della lettera “e” perché la questione riguarda “l’acquisizione di beni e servizi, in violazione degli obblighi di cui ai comuni 1, 2 e 3dell’articolo 191, nei limiti degli accertati e dimostrati utilità ed arricchimento per l’ente, nell’ambito dell’espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza”.