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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del presidente de La Rete Sociale,  Serena Romano

E’ arduo scrivere qualcosa nella Giornata mondiale della Salute Mentale senza cadere “nel consueto rituale di parole e cerimonie per colmare il vuoto di idee e di risorse… Quest’anno poi con il ricorrere del centenario dalla nascita di Franco Basaglia i discorsi e gli eventi pubblici si moltiplicheranno…” Così ha esordito in una lettera al Direttore su “Quotidiano Sanità” uno psichiatra mettendo il dito sulla piaga. Ed eccoci anche noi, “Rete Sociale”, a cercare di fare il punto della situazione senza cadere nel banale e nel celebrativo. Certo, si potrebbe dare la colpa alla pandemia che ha creato una frattura incolmabile fra il prima – che già con difficoltà andava avanti – e il dopo che ha visto naufragare tutte le buone pratiche, azioni ed intenzioni. Ma non sarebbe giusto. Perché è stato un naufragio prevedibile: la pandemia, infatti, ha travolto i più fragili. Intendendo per costoro non solo quelli affetti da fragilità fisica, ma soprattutto quelli affetti da fragilità psichica e le loro famiglie. Tutti questi si sono ritrovati soli nel momento di maggior bisogno, mentre diminuivano i medici, i servizi e le risorse: così i pazienti sono aumentati fino a raggiungere gli attuali livelli di guardia.

E nel Sannio, paradossalmente, il collasso della salute mentale è stato più evidente. Perché in un passato non tanto lontano, nei Centri di Salute Mentale di Puglianello, Morcone o Benevento si erano raggiunti livelli di eccellenza e di massima collaborazione anche con la Asl: un apposito tavolo istituito presso l’azienda sanitaria, infatti, varava PTRI (Piani Terapeutici Riabilitativi Individualizzati) a tutto spiano gestiti da numerose cooperative che ospitavano i pazienti in case famiglia e gruppi appartamento. Tanto che certe “case di cura-manicomi” hanno rischiato il fallimento. Laboratori di teatro, cucina, arte e musica erano all’ordine del giorno come racconta il nuovo sito de La Rete Sociale – https://www.laretesociale.it – che presenteremo a breve a coronamento di questa “Giornata Mondiale della Salute Mentale”, che nel Sannio è durata una settimana: da martedì a domani, venerdì 11. Perché è durata tanto?
Proprio per questo: per ricominciare a costruire daccapo, con i pazienti e con le famiglie, nei momenti ludici e artistici, con pazienza e determinazione, insieme alla Asl e all’intero Dsm. Avere organizzato iniziative per un’intera settimana, infatti, dovrebbe essere un segnale positivo del cambiamento in atto, iniziato con la nuova dirigenza Asl.

Così, dunque, è stato improntato il programma delle iniziative: che ha visto “La giornata dedicata al benessere fisico” con la “camminata che cura” fatta insieme ad amici e familiari; “Il corpo che sente”, esperienza pratica aperta a tutti sul concetto di corpo sensibile; “Impronte di artisti: arte e psicosi” che dimostra come tanti artisti hanno saputo trasformare la sofferenza piscologica in qualcosa di bello; l’evento teatrale “Tutti pazzi per il teatro”, che ricorda precedenti esperienze, insieme alla Narrazione “Imparare ad amarsi” testimonianza diretta di lotta allo stigma; il cortometraggio “Dal buio alla luce…e ritorno”, una dimostrazione di come le tecniche teatrali non guariscono ma sollevano; “Famiglie in dialogo: esperienze e speranze” in cui i partecipanti trovano consigli pratici su come affrontare le sfide quotidiane; l’evento musicale “Respirando musica” laboratorio di musico terapia.
Insomma, questo è un segnale della Regione Campania – che ha stanziato i fondi per potenziare i servizi – e di attenzione positiva della ASL e di impegno del personale del DSM che ora, però, va verificato in prosieguo. Cioè, se si continuerà con un effettivo potenziamento dei servizi, con una migliore organizzazione del SPDC, nonché con l’istituzione di una REMS per i malati detenuti, e così via. E noi siamo fiduciosi che ciò avvenga …