La crisi energetica è un argomento che preoccupa molto la classe imprenditoriale e quella regionale non si può certamente sottrarre al clima di timore sul futuro che attanaglia l’intera nazione.
Sull’argomento, quest’oggi, è intervenuto anche Cosimo Rummo, presidente e amministratore delegato dell’omonimo pastificio sannita che sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno ha rilasciato una intervista a Simona Brandolini.
“Quando leggo di aumenti di costi del 20-30 percento, sorrido amaramente – ha dichiarato Rummo – Rispetto all’anno scorso, i prezzi di elettricità e metano sono aumentati fino a 15 volte in più. Il metano ora lo paghiamo 3 euro a metro cubo, l’anno scorso 16 centesimi. La mia bolletta lo scorso anno era di 150 mila euro al mese, ora di un milione e mezzo. Saremo costretti a fare un ulteriore aumento. Siamo passati da 1,20 a 1 euro 49. Ma presumibilmente ci sarà un rincaro di ulteriori 15 centesimi a pacco”
Rummo passa a suggerire la sua personale ricetta, che se non capace di guarire il ‘malato’ quantomeno possa attenuarne le sofferenze. “Se potessero dare le autorizzazioni velocemente per farci fare investimenti sulle energie rinnovabili, per renderci autonomi, ne guadagneremmo tutti. In primis i consumatori. – ha consigliato l’imprenditore sannita. – La burocrazia alza steccati e dice no. Questa è la loro specializzazione”. Ma quando parla di burocrazia a chi si riferisce? È la domanda che pone l’intervistatrice del Cormezz.
“Nel caso dei piccoli impianti come quelli aziendali agli enti locali, alle Regioni, che grazie alla riforma del Titolo V ormai contano più dello Stato centrale. – ha sottolineato Rummo – Hanno chiesto il commissariamento per poter realizzare i grandi impianti di energie rinnovabili. Per i piccoli non è possibile. Qualche giorno fa ho incontrato il ministro Franco che mi ha detto che con il credito d’imposta sono aumentati gli investimenti tra il 15 e il 16 per cento, proprio perché non c’è la burocrazia. L’imprenditore preferisce un incentivo in meno purché non abbia a che fare con la pubblica amministrazione. Se sei un’azienda grande puoi ancora competere. Le molto piccole, invece, dovrebbero essere aiutate. E subito. Altrimenti sarà il deserto”.