La piattaforma Opinionated About Dining (Oad) ha annunciato le novità di questo 2023 nelle proprie attese classifiche di gradimento.
Oad è una sorta di risposta alle guide classiche: creata da Steve Plotnicki, esperto dell’industria dell’intrattenimento e appassionato di cibo, dal 2007 stila elenchi usando come fonte recensioni fatte in tutto il mondo da persone dell’ambiente (dagli chef ai blogger) ma anche da semplici appassionati. Tramite un algoritmo, vengono stilate undici classifiche, che coprono varie zone del mondo e varie tipologie di ristorazione.
Ecco quali sono i nomi della ristorazione campana che si sono fatti spazio quest’anno nelle tre classifiche europee di riferimento: la ristorazione tradizionale, quella casual nella quale si includono le pizzerie e poi la prestigiosa top resturants. Nessuna presenza di attività di ristorazione campane, invece, nella graduatoria dei 30 nuovi ingressi tra i ristoranti top selezionati.
Nella classifica dei ‘casual’ al decimo posto ci sono ‘I Masanielli’ di Francesco Martucci a Caserta, al ventiduesimo posto si trova ‘Pepe in Grani’ di Franco Pepe a Caiazzo, al trentaseiesimo posto il bistrot di mare ‘Al convento’ di Pasquale Torrente a Cetara, al sessantecinquesimo posto ‘Pizzeria Oliva ai Tre Santi’ di Ciro Olivo a Napoli, al centosettesimo posto la pizzeria ‘La Notizia’ di Enzo Coccia a Napoli, al centoquarantatreesimo posto ‘Da Michele’ a Napoli. Fuori dalla graduatoria dei primi 150 posti, ma nella selezione degli ‘altamente consigliati’ c’è la ‘Pizzeria Starita’ a Napoli, mentre a seguire tra i ‘raccomandati’ le pizzerie ‘50 Kalo’ di Ciro Salvo e ‘Gino Sorbillo’ a Napoli, ma nel capoluogo partenopeo c’è anche il ‘Sea Front Di Martino Pasta Bar’ l’innovativo format dell’omonimo pastificio.
Nella sezione ‘grandi classici’ della cucina tradizionale troviamo al sessantaquattresimo posto ‘Don Alfonso 1890’ di Alfonso Iaccarino a Sant’Agata sui Due Golfi, al centodecimo posto e non in Campania c’è il ‘Villa Crespi’ sul Lago D’Orta del partenopeo Antonino Cannavacciuolo, al centovettottesimo posto troviamo i ‘Quattro Passi’ di Antonio Mellino a Massa Lubrense. Fuori graduatoria, ma ‘raccomandato’ c’è ‘Taverna Estia’ di Francesco Sposito a Brusciano, ‘Palazzo Petrucci’ di Lino Scarallo a Napoli. In provincia ci sono sempre tra i ‘raccomandati’ due ristoranti a Positano ma di cucina europea e non tipicamente locale: ‘La Sponda’ di Gennaro Russo dell’Hotel Sirenuse e il ‘Restaurant Zass’ di Alois Vanlangenaeker, a cui risponde la vicina Vico Equense con ‘Antica Osteria Nonna Rosa’ di Peppe Guida e la ‘Taverna del Capitano’ di Alfonso Caputo con la sua cucina tipicamente napoletana.
Infine, ma non sicuramente per ultimo per importanza anzi al contrario, nella ambitissima classifica dei ‘top restaurants’ al novantaduesimo posto, dopo i vari chef stellati Bottura, Crippa, Romito, Oldani, il primo e unico ristorante campano è ‘Kresios’ di Giuseppe Iannotti a Telese Terme, definito dalla guida una cucina ‘progressive’. Un corregionale dello chef telesino non c’è in graduatoria ma solo tra i ‘raccomandati’ dove viene segnalato ‘Il Comandante’ di Salvatore Bianco a Napoli, sempre definito ‘italiano progressista’.