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Prosegue lo scontro sui rifiuti alla Rocca dei Rettori. A replicare al gruppo consiliare del Partito Democratico è Carmine Agostinelli, amministratore unico della Samte. Che scrive:

“Sono giorni d’estate ed ognuno di noi dovrebbe essere impegnato in altro, per sé e per le comunità che amministra. 

È ciò che faccio e che continuerò a far, non prima, però, di aver chiarito alcuni aspetti. 

L’altro ieri, il gruppo consiliare provinciale del PD sannita ha pubblicato un comunicato ripreso dalle principali testate locali. Il comunicato è a firma dei consiglieri Ruggiero, Paglia e Di Cerbo ed è a dir poco delirante. Dai contenuti si riconosce il timbro e la penna di uno dei tre che ormai ci ha abituati a certi toni e falsità; dispiace che gli altri due si siano fatti tirare in ballo in una disputa che, lo annuncio fin da ora, costerà ai tre una inevitabile querela. Non posso evitarlo, lo devo a me stesso, alla mia onorabilità e a quella di tutti coloro (fortunatamente tanti) che credono in me. Una cosa è la dialettica politica, le avversioni, i contrasti, le legittime diverse vedute; altra cosa è la menzogna; e non è tollerabile! 

Il comunicato coinvolge in malo modo più persone. Per correttezza mi limiterò a chiarire solo gli aspetti che mi riguardano. 

Procediamo per ordine. 

I tre consiglieri, tra le altre cose, sostengono: “Inoltre, il tanto declamato riutilizzo della discarica di Sant’Arcangelo a Trimonte è rimasto «lettera morta», nonostante le «trattative private» messe in campo dall’amministratore unico della Samte, Agostinelli, che come primo atto della sua gestione pensò bene di revocare regolari procedure competitive ad evidenza pubblica per sostituirle con «procedure ristrette», imputando i relativi costi sul bilancio della Provincia e lasciando ai consiglieri provinciali l’onere di un «debito fuori bilancio»”.

Nulla di più falso! 

Basta leggere la “determina a contrarre” a mia firma. A scanso di equivoci è la determinazione dell’Amministratore Unico n. 440 del 24/06/2019, ancora consultabile all’albo della SAMTE (link: https://www.samte.it/Determine/440_DEL_24_06_2019). Ebbene lo scrivente determinò il passaggio da una “procedura negoziata senza pubblicazione del bando ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera c del codice” ad una “procedura aperta ai sensi dell’art. 60 del codice”. Il tutto al fine di allargare la platea dei partecipanti con l’unico intento di garantire il massimo rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e rotazione, sanciti dal codice degli appalti. 

Quindi in sintesi: altri, non io, stavano attuando una procedura ristretta. Io, appena arrivo, impongo il passaggio ad una procedura aperta. E loro hanno anche il barbaro coraggio di sostenere il contrario. Il classico “bue” che dà del cornuto all’asino! 

Il comunicato in questione continua sostenendo “Agostinelli, insieme all’ex direttore della Provincia, Boccalone, ha avuto un ruolo decisivo nelle dinamiche della Samte che, dopo appena tre anni dal primo concordato, è stata «posta in liquidazione» quantunque vantasse vari milioni di euro di crediti, a partire dal comune di Benevento (oltre due mln)…”

Vero, Agostinelli unitamente agli altri colleghi dell’Organismo di Liquidazione, con la supervisione dell’Avv. Boccalone, competente per il  “controllo analogo”, sono gli artefici del risanamento della SAMTE. Quella SAMTE che a trazione PD ha determinato un concordato preventivo di oltre 23 milioni di euro e che nel periodo post concordato fino a prima che arrivassimo noi, vale a dire dal 26 aprile 2016 al 2019, ha determinato una massa passiva di altri 7 milioni di euro circa. 

Grazie a noi, gli ultimi 2 bilanci della SAMTE sono stati chiusi in sostanziale pareggio, addirittura con poche migliaia di euro di attivo. 

L’ho già detto e lo ribadisco. Invito chiunque voglia a compiere un esercizio semplice: facciamo insieme un accesso agli atti delle varie partecipate della Provincia di BN, analizziamo insieme i 770 degli ultimi 10 anni e cerchiamo di capire insieme i nomi e gli artefici di queste enormi masse debitorie. E sarebbe lecito chiedersi: qui prodest?

Circa 2.500 anni fa, Confucio, nei suoi “dialoghi” sostenne: “non ho mai conosciuto nessuno che vedendo i propri errori ne sapesse dare colpa a se stesso”. La sua esistenza, i suoi studi, la sua azione possono essere sintetizzati come “il tentativo di elaborare una concezione etica dell’uomo nella sua integralità e universalità”. Pensiero introdotto in Europa secoli fa, grazie ai Gesuiti.

Non pretendiamo che certa gente possa ispirarsi all’insegnamento del grande filosofo cinese, ma che almeno basi le proprie azioni, le dispute e le legittime avversioni sulla VERITÀ, sarebbe cosa giusta e gradita”.