Ci sono 250mila euro destinati a “Progetti per attività teatrali e culturali” e 200mila euro da investire in “Eventi turistici di rilevanza internazionale culturale”. Il totale fa 450mila. E’ questa la cifra riservata al Comune di Benevento dalla Regione Campania nell’ambito del Piano strategico per la cultura e i beni culturali 2022/23.
Poteva andare meglio? Sì. O almeno questa è la sensazione. Sensazione rafforzata dalla consapevolezza che nel Piano non vi è altra traccia di Sannio (che però potrebbe rientrare in tutta una serie di capitoli di finanziamento ‘generici’). Insomma, a voler ricordare le doglianze espresse di recente in conferenza stampa da Clemente Mastella e Gianluca Festa (leggi qui), di materiale utile a rilanciare la polemica su “figli e figliastri” in Regione Campania ce ne è eccome. E sì, perchè al Comune di Avellino, neanche a dirlo, è stato riservato lo stesso trattamento – 450mila euro – di palazzo Mosti. Per capirci, la città di Salerno solo con le Luci d’Artista porta a casa 2 milioni di euro, più del doppio di Sannio e Irpinia messe insieme.
Una disparità che neanche il dato demografico riesce a spiegare. Le popolazione delle due province interne rappresenta infatti l’11,86% del totale campano. Percentuale che nel Piano Strategico per la Cultura scende addirittura al 3,09% perchè questo è il rapporto tra quanto destinato ad Avellino e Benevento e la cifra complessiva a disposizione di palazzo Santa Lucia, ovvero 29milioni di euro. E allora viene da dirlo: siamo pochi sì, ma non così pochi.