“Uno strumento di resistenza e mobilitazione regionale”. Anna Maria Mollica di Sinistra Italiana ha sottolineato con queste parole i motivi dei 5 si che l’elettore dovrà indicare l‘8 e il 9 giugno prossimo nelle risposte ai quesiti referendari in materia di lavoro e di cittadinanza.
La Cgil, con altre Organizzazioni come Acli, Libera, Anpi, Arci, Laboratorio per la Felicità pubblica e Federconsumatori, ma anche partiti politici com Pd e Sinistra Italiana, sono scesi in strada, in via Santa Colomba, per sensibilizzare i cittadini sull’importanza del voto dell’8 e 9 giugno prossimi cinque quesiti referendari.
Per essere ritenuti validi, la legge dice che ai referendum devono presentarsi un numero di votanti pari al 50% più uno dell’ intero corpo elettorale. In 120 piazze queste organizzazioni hanno simbolicamente lanciato la campagna referendaria dopo aver promosso nei mesi scorsi la raccolta di firme, ma la vera incognita sarà la partecipazione dei cittadini al voto.
Luciano Valle, segretario Provinciale della Cgil, ha sottolineato: “Vogliamo dare un futuro a questo paese, la precarietà del lavoro è pesante, la sicurezza sul lavoro con le tanti morti sul lavoro, la corruzione e il malaffare, i licenziamenti sono temi forti della vita sociale e civile rispetto ai quali non si è dato un segnale per la tutela della dignità del lavoro. Esiste la discriminazione su questo settore, questi cinque referendum e la risposta con cinque Si sono la risposta giusta ai problemi dell’Italia”.
Michele Martino di Libera ha spiegato: “Vogliamo restituire una speranza. Un debito nei confronti dei giovani a loro è stato confiscato il futuro e noi dobbiamo restituirlo”. Martino ha citato il magistrato Paolo Borsellino per convincere i cittadini ad andare a votare: “La vera rivoluzione si fa con la matita. Sono quesiti referendari per combattere corruzione e malaffare. Vogliamo dare un futuro e speranza ad un Paese”.
Ettore Rossi dell’Associazione Laboratorio per la felicità ha parlato della riforma della cittadinanza per sollecitare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di una legge che rispecchi la realtà multiculturale del nostro Paese: “E’ un gran battaglia della civiltà ridurre da 10 a 5 anni il tempo necessario per un cittadino extracomunitario di ottenere la cittadinanza. Diamo valore e presenza. I cittadini devono andare a votare, la partecipazione al voto è un vero nodo”.
Mollica ha spiegato: “Lavoriamo per migliorare i diritti del lavoro e sulle emergenze sociali e per l’estensione del diritto di cittadinanza”.