Alla fine è stata approvata la proroga alla Gesesa per la gestione del servizio idrico a Benevento. Dopo una lunga seduta, il Consiglio Comunale ha dato il via libera al provvedimento dopo che l’argomento “acqua”, inteso come servizio pubblico, emergenza idrica, chiusura dei rubinetti, siccità è stato ampiamento dibattuto. La decisione su questo punto, sicuramente il più importante tra quelli in discussione oggi, è stata tuttavia preceduta da un lungo dibattito preambolo sui debiti fuori bilancio ed in particolare sul dispositivo di una sentenza del Giudice del Lavoro che condannava il Comune di Benevento in seguito al ricorso della Fp Cgil per condotta antisindacale: questo argomento ha monopolizzato gran parte della seduta. Per dare poi il quadro completo della seduta occorre aggiungere quella che non è stata affatto una bella pagina di Consiglio questa mattina in occasioni di duri scontri verbali sul tema dei cambi di casacca, rispetto alle Liste con le quali sono stati eletti, tra i consiglieri Francesco Farese, passato all’opposizione dopo essere stato eletto in maggioranza, e Antonio Picariello, che ha seguito il percorso inverso. Evidentemente le due fazioni non hanno ancora metabolizzato questa traumatica diaspora. Nell’ordine quasi naturale delle cose invece il confronto tra i banchi di Palazzo Mosti circa la ratifica di una “Variazione in via d’urgenza al bilancio di previsione finanziario 2024-2026” a seguito di una finanziamento per un’opera pubblica concesso al Comune. A relazionare l’assessore alle finanze Maria Carmela Serluca, cui ha ribattuto Farese del Gruppo Misto che ha sollevato una questione: “La variazione per i lavori del PalaFerrara sono una buona notizia. Ma il decreto della Regione Campania è datato 4 settembre 2022. Perchè tanto ritardo?”.
Il quesito è stato accompagnato da una punzecchiatura all’assessore ai Lavori Pubblici Mario Pasquariello allorché Farese ha detto: “Lei, assessore, non organizza feste ed eventi, altrimenti i soldi per la Siae li avrebbe trovati in pochi minuti. E’ sfortunato, assessore, per lei sono occorsi due anni”. Poi l’affondo di Farese: “Su Città Spettacolo c’è molta confusione. Dichiarazioni strampalate di soldi spesi senza contratto. Lo spettacolo di Anna annullato mi ha indotto a chiedere, con l’accesso agli atti, copia del contratto, ma non ho avuto ancora nulla. Tutto questo dimostra solo l’atteggiamento disinvolto su come si spendono i soldi dei beneventani”. La delibera sulla della variazione è passata con 19 voti favorevoli, 9 astenuti e 1 contrario, voto espresso dalla neo consigliera di Fratelli D”Italia Rosetta De Stasio. Dopo aver discusso sulle nuove entrate, si è passati alle uscite non previste in Bilancio: il debito fuori bilancio nasce da un contenzioso in materia di diritti dei lavoratori al termine del quale il Comune è uscito sconfitto. L’assessore Carmen Coppola ha spiegato che il riconoscimento di spese legali era di 2.608 Euro: “Si tratta essenzialmente di inadempienze mancata e tardiva informativa sugli atti assunti dall’amministrazione”. Per Civico 22 ha preso la parola Giovanna Megna: “E’ una sentenza feroce che inchioda l’amministrazione alla sua responsabilità e sono tanti gli atti portati all’attenzione della magistratura. E’ un modus operandi che calpesta i diritti del sindacato e dei lavoratori. Ci saremmo aspettati un atteggiamento di censura; ed invece il Sindacato, che ha solo esercitato il proprio ruolo in favore dei lavoratori secondo il diritto, viene tacciato di fare politica”. Per la maggioranza ha preso al parola Alfredo Martignetti che ha difeso il Comune: “C‘è stato un contrasto tra una sigla sindacale e la pubblica amministrazione. Non c’è un pregiudizio concreto individuato. E’ stata fatta una battaglia di bandiera del sindacato, non ci sono pregiudizi nei confronti di un lavoratore. Certo non ci sarebbe stato il ricorso se non ci fosse stata una mancata o tardiva informazione”. Molto duro Francesco Farese del Gruppo Misto: “Il sindaco Mastella avrebbe solo dovuto chiedere scusa ai lavoratori ed al sindacato. Ed invece parla di uno sciacallaggio mortificante ed un sindacato che cerca visibilità perché è in perdita di iscritti”. Poi ha aggiunto: “Vi schiantate contro un muro a pensare che così deve andare”.
Ironico Antonio Picariello della maggioranza: “Abbiamo assunto più di venti persone. Mi sarei aspettato dal neo Che Guevara una analisi a tutto tondo”. Più pacato il commento del mastelliano Rosario Guerra: “Non è una sentenza feroce, ma il nucleo della sentenza è la mancata informativa su determinati aspetti. Naturalmente abbiamo sbagliato, ma non sono stati lesi tutti i diritti dei lavoratori. Il percorso che dobbiamo seguire è nella sentenza”. Per il Pd Giovanni De Lorenzo ha attaccato: “In 8 anni finalmente qualcuno della maggioranza ha detto abbiamo sbagliato – come ha riconosciuto Guerra. Questo debito rappresenta una volontà politica di questa amministrazione di comportarsi in un certo modo”. Molto critico anche il consigliere Luigi Diego Perifano: “A memoria mia non credo ci sia altra sentenza così severa di censura della condotta del Comune di Benevento in materia di diritto del lavoro. Siete l’amministrazione dei record? Aggiungete anche questo e ve ne potete vantare senza paura di essere contraddetti”. Ironico il consigliere Vincenzo Sguera di Città Apertà: “Avrei evitato di uscire di casa per un mesetto dopo una sentenza del genere. Almeno in un campo un segnale diamolo e si faccia qualcosa nei confronti di chi opera in modo così sbagliato”. E’ intervenuto Angelo Moretti di Civico 22: “Si nota l’incapacità di progettazione sociale e il senso della sentenza. La mancata concertazione è lo stesso atteggiamento per l’abbattimento della Federico Torre”. Il debito è stato riconosciuto a maggioranza, con 19 voti favorevoli e 11 contrari. Si è quindi discusso di un altro debito fuori bilancio. Rosetta De Stasio del Gruppo Misto ha attaccato: “L’Amministrazione è complice se non adotta provvedimenti contro quel dirigente. Non mi aspetto un’indagine ma una sanzione a carico di quel dirigente”.
E’ quindi intervenuto Farese che ha attaccato: “Avete fatto un capolavoro. Sono bugie che raccontate e vi arrampicate sugli specchi. Troppo onore questa mattina: novello Che Guevare sono stato definito da un ex leader dell’opposizione e di una sigla sindacale e candidato sindaco in pectore. Grazie per tanta considerazione. Quale convenienza c’è stata per me che stavo nella gestione del potere e sono invece passato all’opposizione? Non comprendo il vantaggio e ci si scandalizza del passaggio con la minoranza e non di chi è diventato il fedayn della maggioranza? Avete una concezione della politica vaga”.
E’ intervenuto anche il vice sindaco Francesco De Pierro: “Farese tra me e lei c’è una differenza. Io sono passato attraverso il passaggio elettorale. Lei dalla maggioranza è passato agguerrito in minoranza usando anche una terminologia che non le appartiene. E’ stato uno strenuo difensore dell’amministrazione Mastella oggi lei paga un vulnus di essere stato eletto nella maggioranza. Mastella ed era anche un buon consigliere comunale”. Il Consigliere Perifano non ha certo smorzato i toni: “Ricorderete i termini “succhiaruote” ed “arraffa arraffa” nella passata Consiliatura utilizzati dal primo cittadino. In questa consiliatura c’era lo sforzo di superare questo atteggiamento e mi augurai che il Consiglio fosse la sede di un confronto alto. Il sottinteso era: rispettiamoci. Ma subito partì l’azione volta a disintegrare la minoranza ed avete accolto un consigliere eletto con il programma dell’opposizione. Avreste dovuto dire che non vi prestavate ad operazioni trasformistiche. Un mese dopo le elezioni sono cominciati questi giochi e gli atteggiamento compiacenti. Una cosa è passare in maggioranza e ricevere presidenze di commissione e chi è passato all’opposizione, Chi ha rotto il patto? Avete accettato il concetto e l’istinto di indebolire e marginalizzare l’opposizione. Ho apprezzato Farese anche quando stava in maggioranza. Vi mette in difficoltà con argomentazioni e passate all’attacco personale di delegittimare l’avversario quando non avete risposte da dare. Questo è l’atteggiamento più scadente. Da ora in poi è finito il far play e non risparmieremo niente a nessuno”. La deliberazione è passata con 19 voti favorevoli e 10 contrari. Si è quindi discusso di un nuovo riconoscimento debito fuori bilancio. La votazione è passata con 19 voti favorevoli e 10 contrari. Terminato l’aspetto contabile si è discusso dapprima dell’ordine del giorno delle opposizioni: “Interruzioni continue di erogazione di acqua in città e disservizi – Chiarimenti sulle cause dei disservizi, in particolare di quello avvenuto nella mattinata del 3 luglio scorso”. Il consigliere De Lorenzo ha attaccato: “E’ un quadro allarmante presentato a proposito della carenza idrica. Il 3 luglio ben oltre le ore 11.00 il ripristino causando problemi ai cittadini colpiti dalla imprevista interruzione. Per il futuro prossimo e remoto ci sono dubbi sulle forniture necessarie”.
Il presidente di Gesesa Domenico Russo, presente questa mattina in Aula, ha spiegato i motivi di quella giornata e dei ritardi: “Il 3 luglio comunicammo della perdita sulla condotta del Biferno e la Regione ci avvisava che sarebbe intervenuto nel pomeriggio sera. Attesa la festività della Madonna delle Grazie dall’1 alle 6 di mattina. La Regione disse che era sufficiente. Ma ecco che alle 6:00 prendemmo atto del ritardo senza aver avuto comunicazione. Potemmo aprire soltanto alle 9.24. Sono d’accordo sul dato oggettivo che sono cose che non debbono capitare. Gesesa è stata vittima e non poteva fare altro. Sulle chiusura notturne avvertimmo a giugno della crisi idrica ed il 21 giugno la prima chiusura notturna limitandole il più possibile. Sono due settimane senza chiusura notturne. Si spera che la riduzione annunciata dal Biferno possa essere compensata dai pozzi di Solopaca e San Salvatore Telesino entro fine settembre. Ieri c’è stata la consegna dei lavori ed occorrono 22 giorni”. Presente anche l’amministratore delegato Salvatore Rubbo che è entrato più nel tecnico: “Tengo a rappresentare che dal giorno 25 giugno della prima conferenza stampa abbiamo fatto fino al 6 settembre fatte oltre 50 chiusure notturne con orari rispettati in 48 casi. L’altra chiusura di non rispetto orario a fine luglio quando c’è stato il fermo di Pezzapiana che ci ha consentito di superare l’estate. Siamo stati con il fiato sospeso e l’intervento di Pezzapiana del 5 settembre è andato bene anticipando la apertura. Le manovre ci hanno consentito di non chiudere più di notte e questo sta accadendo. Per scelta gestionale chiudiamo per due e tre ore al giorno Pezzapiana quindi siamo tornati nella normalità”.
Megna di Civico 22 si è detta perplessa attaccando il primo cittadino: “Ci sono state vicende imbarazzanti. Altro imbarazzo la telefonata se ci sono i topi è colpa dell’Asl e se manca l’acqua è colpa dei cittadini che si fanno la doccia”.
Poi ha aggiunto: “E’ evidente che non si è voluto affrontare l’argomento ed i cittadini non si facevano le docce con i rubinetti a secco. Il confronto si è voluto evitare per la figuracce riferite alla mancata nomina del gestore unico. Qui non è più una emergenza, ma è un fatto strutturale con strutture vecchie e non assolutamente adeguate. Siete col fiato sospeso e dobbiamo pregare San Gennaio per far sì che Pezzapiana non si rompa e che succeda qualcosa. Ci sono state cinquanta chiusure notturne in una estate tra le più calde. Le responsabilità sono evidenti con la terza bocciatura da parte della Corte dei Conti nel processo della scelta del gestore unico dell’Ente Idrico Campano. Dove c’è arroganza e pressappochismo. Un manager in queste condizioni va avanti o viene mandato via? Portiamo avanti le urgenze con le proroghe per mandare avanti le baracche. Gestiamo in modo pedestre questa vicenda e penso che ci dovessero essere le dimissioni”.
Il presidente Russo ha spiegato: “Intuiamo che siamo col fiato sospeso. La situazione è molto seria e non da paese civile. Le responsabilità partono da lontano ed è diffusa. La sostituzione di condotte in così grande quantità andava programmata anni fa. Abbiamo perso la possibilità di accedere ai fondi del Pnrr perché non avevamo la veste giuridica”. E’ intervenuto Marcello Palladino di Noi Campani: “Occorre rimodulare la politica sull’acqua pubblica. Molto disagio ai cittadini se si considera Benevento il centro del mondo. E’ in tutto il Paese che è grave la situazione. L’Ente Idrico è in attesa della gara che è molto complessa. Gesesa ha operato bene ed in maniera professionale. L’acqua c’è ma viene persa nelle reti. Il problema è generale. La proroga è tecnica anche se è il terzo anno”. Per Moretti il Comune si è voluto inserire in un percorso che non ha saputo condurre: “Non c’è il fato contro di noi: se avessimo deciso per la società pubblica stavamo dentro il finanziamento. La scelta mista è piena di ostacoli”. Per Farese è stata persa un’opportunità: “Non ci siamo per responsabilità politica chiara. E qui dovrebbe parlare il Comune e non Gesesa. Rimarremo indietro per scelte sbagliate e politiche da addebitare esclusivamente a questa compagine che guida il Comune”. Perifano ha attaccato: “Il disastro è nei fatti per la mancata individuazione del gestore unico. Grande flop che ha una paternità politica il mancato intervento sulle reti che perdono acqua.Sono due o tre anni che le carte vanno davanti e dietro con la Corte dei Conti che ha bocciato per la terza volta. La responsabilità non è del destino cinico e baro ma di chi non ha saputo gestire la vicenda. E’ stata un estate difficile ma è una novità o era una questione già nota da tempo la difficoltà nell’approvvigionamento idrico?”.
Ha risposto il presidente Russo: “E’ stato un gravissimo errore perdere il finanziamento e per il futuro qualcuno dovrà farsi carico anche di Benevento. Il servizio idrico è stato sottovalutato da tutti. Aver perso la possibilità del Pnrr è gravissimo. Gesesa ha fatto quello che doveva con oltre 2mila interventi ma che servono poco o niente. Le condotte vanno sostituite e non inseguirle nelle riparazioni”. Rubbo ha poi continuato: “E’ vero che andiamo avanti con il fiato sospeso. Lo fa chiunque fa questo mestiere. Le chiusure notturne non sono da demonizzare. Era più facile chiudere alle 18.00. Abbiamo un gap strutturale che non si colmerà in un mese. Abbiamo 17 scarichi liberi nel fiume ed anche quell’acqua si perde visto che non c’è il depuratore. L’investimento non riguarda il comune di Benevento ma le decide l’Ente Idrico Campano e quindi la regione”. Ha quindi preso la parola Mastella. Il Sindaco ha annunciato sarcastico: “Nei prossimi giorni anche io farò un manifesto (in polemica ovviamente con quello affisso da Forza Italia e Lega, ndr)”. Il Sindaco ha aggiunto “Il Pnrr non è stato utilizzato su questo perchè non potevamo farlo. Dappertutto la crisi è generalizzata. E’ una cosa che riguarda De Luca e non me, ma non lo attaccate: questa è ipocrisia. Che c’entro io con l’Acquedotto Campano? Avete consentito che il privato prevalesse sul pubblico ed io che ho fatto il contrario sono contestato. Io non sono Mosè e non gioco con le acque. Non sono in grado di far zampillare l’acqua per dissetare il popolo ebraico”. Si è quindi discusso della proroga tecnica della gestione del servizio idrico integrato a Gesesa. La Megna ha attacacto il Comune: “La delibera smentisce tutto quello che è stato fatto prima e quindi il disastro nella gestione dell’Eic e si ritorna alla casella di partenza. E’ un deliberato diverso da quello che è la proroga tecnica di Gesesa. Lo avete letto?”. Per Farese, la delibera è arrivata il giorno prima in Commissione nonostante fosse nota la scadenza da tempo. Sul punto ha detto: “Una delibera importante che affronta anche il tema del nuovo gestore. Avete giocato a basket invece che a calcio ha detto la Corte dei Conti”. E qui è intervenuto il primo cittadino: “Perché non le dice al consigliere regionale a lei vicino (Luigi Abbate, Ndr) o al presidente della Regione? E’ inutile fare atteggiamenti populistici. C’entra la Regione e noi non c’entriamo nulla”.
La deliberazione di proroga alla Gesesa è infine passata con 17 voti favorevoli e 8 contrari.