Apice – Una proposta indirizzata al sindaco di Apice, Angelo Pepe, al Consiglio comunale e alla commissione centro storico della cittadina sannita, da parte di due espressioni apicesi, un docente e un avvocato, che hanno a cuore le sorti della propria cittadina. Il borgo antico di Apice, da anni, è invaso’ nel senso buono del termine, da numerosi turisti che amano perdersi tra le stradine della parte’ vecchia’. Una ristrutturazione e valorizzazione migliori sono gli obiettivi di questa proposta.
La strada da battere potrebbe essere quella dell’annullamento delle distanze tra le due parti di Apice e una soluzione potrebbe essere l’incentivazione dei cittadini di Apice, e non solo, ad investire rendendoli proprietari degli immobili, mediante bandi pubblici con alla base un regolamento redatto grazie al dialogo di forze politiche e cittadinanza interessata. “Crediamo – in coro Michele Intorcia e Vincenzo Principe – che concedendo la proprietà privata ai cittadini, agli imprenditori, agli enti di studio e ricerca, si possa recuperare realmente il centro storico. Tolti infatti i palazzi di interesse storico, il castello e gli altri edifici comunali, sembra quasi inattuabile la piena gestione di due centri urbani da parte del Comune di Apice. Questa difficoltà di gestione è emersa probabilmente anche nelle volontà politiche di promuovere project financing da 60 milioni di euro e concessioni a privati su proposte progettuali da circa 200 milioni di euro. È necessario che il Comune di Apice strutturi una modalità di acquisto, tenendo conto, eventualmente, del diritto di prelazione, della credibilità economica e delle volontà del cittadino: ripartire dagli apicesi e poi allargare il campo”.
Certo, rimarrebbero ancora una serie di problemi (oneri di urbanizzazione dei sotto servizi, cessione in proprietà privata di un immobile e così via) ma è comunque una strada che va battuta prima o poi, anche se il tempo a disposizione non è tantissimo
“Il recupero deve essere compatibile, adeguato e sostenibile, è necessario entrare nell’ottica di attendere diversi anni per rigenerare il vecchio centro, anche una casa alla volta, un vicolo o un quartiere. Rincorrere progettazioni faraoniche oppure grandi finanziatori e gestori (di indubbia credibilità) non si sono rivelate strade pertinenti, di conseguenza, occorre invertire visione politica. Non si è contrari all’eventuale interesse di facoltosi investitori privati, a condizione che essi siano soggetti credibili, marchi noti e riconoscibili, a cui eventualmente poter concedere in proprietà privata uno o più immobili, ma non l’intero paese o parti estese di esso. Crediamo nella necessità di istituire un assessorato specifico al centro storico di Apice e ai Beni culturali da affidare a una figura professionale di chiare competenze, anche esterno, se necessario.
È importante pensare al borgo di Apice come ad un custode della memoria e degli eventi, tale idea andrebbe concretizzata rendendo la zona di San Nicola “un museo dell’abbandono”, fruibile ma non abitabile, nel rispetto dei luoghi e in sinergia con enti come la Soprintendenza e le Università. L’idea è di concedere quindi in proprietà privata – esclusi i fabbricati di maggiore rilevanza storica – gli immobili presenti fino a Piazza Umberto I e rendere San Nicola un museo dell’abbandono. Tutti gli altri, come il Castello e gli altri palazzi ristrutturati che sono di proprietà comunale, restano di proprietà comunale”.
Un progetto che ha catturato l’attenzione del sindaco Pepe al quale, i due, hanno anche espresso la propria idea in merito ad altre iniziative che potrebbero aiutare il centro storico a ‘rivivere’ e salvaguardare il territorio: ripristino della regimentazione delle acque piovane, pulizia di una vegetazione che è diventata selvaggia, impianti fotovoltaici, una ‘Casa delle idee’ e una scuola dei mestieri, fino ad arrivare al potenziamento del collegamento pedonale e non solo.
“Riteniamo – concludono i due – che la strada da seguire per far ripartire il centro storico di Apice sia quella di dare l’opportunità a cittadini e imprenditori di avere in proprietà privata gli immobili, esclusi quelli di valenza storica, di Apice Vecchia. Girando l’Italia è così, se non si parte seriamente dalla cittadinanza, invogliando a investire attraverso un concetto semplice, istituzionale e caposaldo delle democrazie come la proprietà privata, la vediamo difficile, al momento. Il progetto presentato dall’amministrazione Pepe, che poneva le sue basi finanziare sul bonus 110 si è fermato per le decisioni nazionali che tutti conosciamo. Ne abbiamo discusso a livello locale, anche in maniera critica, ma ora è il momento di andare avanti, perché se questo processo verrà attivato, riguarderà anche le future amministrazioni e generazioni. Abbiamo protocollato il progetto al Comune di Apice, una proposta che è il frutto di una discussione portata avanti anche con altri amici, cittadini e professionisti del posto e qualche amministratore. Siamo sicuri del loro appoggio e delle nuove proposte che verranno. Da poco si è costituita anche una commissione ad hoc sul centro storico, ci auguriamo che possa attivarsi celermente. Il sindaco Angelo Pepe, attraverso uno scambio informale e portato a conoscenza della proposta ci ha ringraziati e ci ha fatto sapere che sarà tenuta in massima considerazione e oggetto di discussione della stessa commissione”.