Proiettili inesplosi, lettere minatorie e un clima di minacce continue che aveva indotto il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza a disporre un servizio di scorta per la sindacalista sottotiro. Ma era tutto falso ed è arrivata la sentenza di condanna del tribunale di Roma.
Rosita Galdiero, 47 anni di Solopaca, prima segretaria provinciale della Fiom Cgil e poi dirigente nazionale, era diventata una paladina dell’anticamorra, costretta a vivere sotto scorta e perennemente accompagnata dal suo autista, Fulvio Piccirilli. Nel corso di un’indagine gli agenti della Digos della questura di Benevento intercettano frasi strane che fanno calare un velo sulle battaglie della sindacalista. Gli investigatori decidono di approfondire episodi denunciati dalla stessa Galdiero e scoprono che le lettere, il proiettile erano stati inventati dall’autista, in accordo con la sindacalista. Indagine avviata a Benevento, è passata poi per competenza territoriale alla procura di Roma, perché uno dei messaggi minatori fu recapitato all’indirizzo dell’abitazione romana della Galdiero, diventata nel frattempo dirigente nazionale e in seguito a questa vicenda licenziata. I due imputati – come riporta l’Agi – hanno scelto di patteggiare e sono stati condannati a un anno e sei mesi di reclusione, con la sospensione della pena, per simulazione di reato, truffa e porto e detenzione illegale di un proiettile inesploso.